I have a dream

17 Dic 2009

Chi può adesso sparigliare completamente la situazione politica e mutare il destino di questa legislatura è proprio Silvio Berlusconi. Non è certo l’opposizione, che ha difficoltà nel portare critiche e attacchi al premier colpito e ferito nell’aggressione a Milano, nè il presidente della Camera Fini che pur continua a manifestare il suo dissenso davanti ad alcune scelte del Pdl (l’occasione più recente il voto di fiducia, “deprecabile”, sulla Finanziaria). Ma , almeno per ora, non può fare molto di più. Il presidentedel consiglio, che prima del drammatico e criminale episodio di piazza del Duomo era da giorni e settimane sulla difensiva, accusato perfino dal Capo dello Stato di aver condotto “un attacco violento” agli organi di garanzia, adesso ha ripreso il controllo della situazione e potrebbe fare un gesto da statista e da abile politico. Anzitutto può essere il promotore di un “tavolo” per studiare le riforme da approvare, chiamando tutta l’opposizione a parteciparvi, ma senza ultimatum (come su questo sito ha già scritto la nostra Rettori, tre giorni fa). Nello stesso momento, un’altra scelta sarebbe necessaria per rendere credibile e realizzabile il progetto della riforma: Berlusconi dovrebbe presentarsi alle prossime udienze del processo Mills a Milano, già programmate a gennaio, senza opporre il legittimo impedimento per svolgere gli affari di governo. Siamo ben consapevoli che si tratta di un’ipotesi ai confini della realtà, con poche possibilità di essere accolta dal premier, quindi siamo forse nel paradosso.

Però….. i have a dream! D’altronde già nei mesi passati Berlusconi ha detto che avrebbe voluto partecipare alle udienze, ma era impossibilitato a farlo per rispettare gli impegni politici e istituzionali legati alla carica di premier. Scegliere di andare al processo avrebbe degli effetti politici davvero significativi: anzitutto Berlusconi potrebbe dire che egli non intende sottrarsi alla giustizia e che si presenta alle udienze come tutti i cittadini. E dimostrare la sua fiducia nella magistratura che a Milano sta giudicando il caso Mills, smentendo così una ostilità preconcetta verso le toghe. Si può ricordare che il collegio che ora ha in mano le carte per l’appello (composto da tre donne magistrato) è totalmente diverso da quello che ha condannato in primo grado Mills (presieduto da Nicoletta Gandus): quindi senza pregiudizi verso la posizione del premier. La eventuale disponibilità di Berlusconi a “farsi processare” nelle udienze dal tribunale di Milano, non potrebbe che impressionare favorevolmente non solo i suoi giudici, ma la magistratura tutta (e l’Anm), rendendo i rapporti tra le istituzioni meno conflittuali. Infine, se vogliamo dar credito alle parole più volte pronunciate dall’avvocato Ghedini, il premier “non ha nulla da temere dal processo, perché sarà certamente riconosciuto innocente, se troverà un giudice serio e corretto”. Lo stesso Berlusconi ha sempre escluso con forza la sua responsabilità nella corruzione di Mills. Allora, perché rifiutarsi a priori di esporre personalmente ai giudici le proprie ragioni? Uno statista può e forse deve avere il coraggio e la responsabilità civile di affrontare una prova del genere (come ha fatto in passato Andreotti, imputato di reati gravissimi).

Berlusconi presente alle udienze di Milano sarebbe un segnale politico forte e il premier potrebbe aprire una nuova partita con l’opposizione, proponendo davvero un tavolo serio per le riforme condivise. Mentre – è di tutta evidenza – continuare a percorrere affannosamente la via delle leggi “ad personam” più o meno anticostituzionali, per sottrarsi ai processi, porta in un vicolo cieco, perché né Bersani, né Casini né altri dell’opposizione, potranno aprire il dialogo per modernizzare la nostra democrazia con un capo dell’esecutivo che dimostra di non accettare la giustizia del proprio paese.I have a dream.

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