Berlusconi attacca i magistratiL’Anm, toghe rosse? Ridicolo

28 Ott 2009

La prima risposta arriva in mattinata, dal procuratore aggiunto di Milano, Alfredo Robledo: “Se le nostre toghe sono rosse, lo sono per il sangue versato dai magistrati che hanno pagato con la vita la difesa della legalità e dei valori costituzionali, a cominciare da Falcone e Borsellino”. Torna alta la tensione Berlusconi-giudici dopo la telefonata del premier a Ballarò contro “pm e giudici comunisti di Milano”. Nel giorno della sentenza d’appello del processo Mills che ha peraltro confermato la condanna all’avvocato inglese, il Cavaliere attacca a tutto campo, i giudici, in primo luogo e in particolare le toghe rosse che sono “la vera opposizione nel nostro Paese”.
Dopo Robledo della procura milanese, è la volta dell’Associazione nazionale dei Magistrati: “Rispondiamo solo alla legge e alla Costituzione, i magistrati non devono essere intimiditi”, ed è ridicolo “descrivere i tribunali come sezioni di partiti politici”.
È duro il commento dell’Associazione nazionale dei magistrati che in una lunga nota replica alle accuse di Silvio Berlusconi, a poche ore dalle assemblee convocate dai magistrati di tutta Italia. “Forse certe strategie non nascono a tavolino – vi si legge – Ma neppure nascono dal nulla: dal “cappello in mano” del magistrato che si vuole parte, al calzino stravagante del giudice che si vorrebbe dimezzato più che terzo, alla stucchevole reiterazione di epiteti nei confronti di magistrati, ogni occasione sembra buona per denigrare l’ordine giudiziario e descrivere i palazzi di giustizia come sezioni di partito, frequentate da magistrati militanti.

Nessun ufficio giudiziario merita queste infondate e ridicole definizioni, tanto meno quello di Milano. Da Milano, e dall’intero Paese, la magistratura ribadisce che intende continuare a vestire solo la toga e a rispondere solo alla legge. In primis alla Costituzione. Le assemblee di protesta e dibattito convocate domani dall’Associazione nazionale magistrati in tutta Italia, nascono dalla profonda e sincera preoccupazione per i continui tentativi di delegittimare e intimidire sia la giurisdizione nel suo complesso, sia i singoli magistrati in relazione a processi specifici o in ragione delle sentenze pronunciate”.
Il Csm potrebbe intervenite a difesa dei magistrati di Milano bollati come “comunisti” da Silvio Berlusconi e come la vera “anomalia” del Paese. La strada, però, non sarebbe quella dell’apertura di un nuovo e specifico fascicolo; le ultime frasi del premier potrebbero confluire nella pratica a tutela dei pm di Milano e di Palermo, che hanno riaperto le indagini sulle stragi mafiose e che sono stati accusati dal presidente del Consiglio di cospirare contro di lui. L’apertura di questa pratica era stata chiesta il mese scorso dai consiglieri laici del centro-sinistra e martedì la Prima Commissione deve votare sulla richiesta. E, se come è prevedibile, darà il suo via libera (occorrono quattro voti su sei), potrebbe decidere di inserire un riferimento anche alle ultime esternazioni del premier nella risoluzione che poi dovrà portare all’esame del plenum.


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