Lo scudo fiscale, i dubbi del Colle e le reazioni dell’Anm

23 Set 2009

Redazione

18 aprile 2009 – Giorgio Napolitano dice basta ai “decreti legge omnibusIl presidente della Repubblica si scaglia contro quei provvedimenti che il governo gli presenta in una forma per l´emanazione e che poi modifica in Parlamento con un maxiemendamento introducendo materie estranee. E spesso vi pone anche la fiducia. Con il risultato che il presidente della Repubblica si vede restituire per la promulgazione, magari a poche ore dalla scadenza, un testo completamente diverso da quello iniziale. Così, dice il capo dello Stato, si ledono i poteri di garanzia del Quirinale, gli si impedisce di esercitare il mandato costituzionale.
23 settembre 2009 – Senato, sì allo scudo fiscale “esteso”Il Senato dà il via libera allo scudo fiscale e approva l’emendamento Fleres, un decreto correttivo, che estende la copertura dello scudo anche per i capitali i cui titolari sono accusati di falso in bilancio. Accesso negato per i procedimenti penali e per i procedimenti in corso alla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto, vale a dire il 5 agosto, ma applicabilità ai reati connessi al falso in bilancio e di carattere societario e tributario. Approvato anche il restringimento della finestra per il rimpatrio dei capitali: il termine è stato spostato dal 15 aprile 2010 al 15 dicembre 2009.

“Condono tombale”, urla l’opposizione. Il Pd, dopo aver richiesto la presenza in aula dei ministri Alfano e Tremonti, non ha partecipato alle operazioni di voto. A favore si sono espressi Pdl e Lega. Contro hanno votato Udc ed Idv con l’eccezione di Luigi Li Gotti che in dissenso dal gruppo dipietrista non ha partecipato alla votazione.
Mediolanum ne approfitta subitoStefano Fassina, responsabile finanza pubblica Pd, denuncia: “Il governo dei conflitti di interesse non ha limiti. Il condono tombale per chi ha trasferito capitali all’estero, definito al di fuori del protocollo Ocse, non è ancora diventato compiutamente legge e già Mediolanum, banca di proprietà del presidente del Consiglio, compra intere pagine di giornali per fare propaganda ai provvedimenti del governo e per accaparrarsi una fetta degli ingenti introiti per i servizi predisposti per i grandi evasori, definiti ‘la clientela piu’ interessante d’Italià”. Non solo. “Va ricordato che tale clientela, grazie all’anonimato dei beneficiari del condono e alla sospensione dell’obbligo per gli intermediari finanziari di segnalare i casi sospetti di riciclaggio, unico caso al mondo, può comprendere chiunque, anche i capi della criminalità organizzata. ‘Alla clientela piu’ interessante d’Italià, in piena sintonia ideologica con il leader, la banca del presidente del Consiglio, offre il conto corrente denominato ‘freedom’. I danni per la finanza pubblica determinati dal condono tombale in corso di perfezionamento al Senato sono poca cosa rispetto alla regressione morale e civile provocata allo Stato di diritto in Italia”.
Reagisce l’Anm“Il diritto penale richiede certezza ed effettività della pena, e non può tollerare un così frequente ricorso ad amnistie o sanatorie, in particolare nel settore delicatissimo dei reati economici e fiscali, nel quale già si sconta una situazione di illegalità diffusa e di difficoltà di accertamento”.

L’Associazione nazionale magistrati esprime “preoccupazione” per gli effetti del provvedimento. L’emendamento approvato dal Senato “esclude la punibilità per tutti i reati fiscali e societari commessi al fine di evadere il fisco e trasferire il denaro all’estero. Anche i delitti di frode fiscale, emissione e utilizzazione di false fatture, falso in bilancio e persino le cosiddette ‘frodi carosello, che tanto allarme suscitano in ambito europeo, potranno dunque essere ‘sanatì con il pagamento di una somma pari al 5% dell’imposta evasa”. Per il sindacato delle toghe sono “reati oggettivamente gravi, puniti con una pena massima di sei anni di reclusione, per i quali lo Stato rinuncia alla punizione, in tutti i casi e indipendentemente dall’importo non dichiarato. C’è il rischio serio di minare la fiducia di chi ha agito nel rispetto delle regole”.

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