Ok dalla Camera, ora il decreto anti-crisi passa al Senato

28 Lug 2009

Redazione

Il metodo Berlusconi // Oggi la Camera, dopo le dichiarazioni di voto di rito, ha licenziato il decreto anti-crisi che passerà immediatamente al Senato dove si prevede una rapida lettura dell’Aula grazie anche alla richiesta da parte del governo del voto di fiducia.
Tra le modifiche al testo del decreto che allungheranno anche i lavori della Camera, per la seconda lettura, c’è sicuramente quella che riguarda le tasse nelle zone terremotate dell’Abruzzo: il periodo di rateizzazione è stato raddoppiato e sarà rinviata la data d’inizio del recupero di tributi e contributi. Non è stato invece risolto il problema della contrarietà espressa dalla Banca centrale europea sulla tassazione delle riserve auree della Banca d’Italia perchè «lesiva dell’indipendenza finanziaria e istituzionale dell’istituto monetario» (il parere della Bce non è però vincolante). Resta pure agli atti il dissenso di Stefania Prestigiacomo, ministro dell’ambiente, che potrebbe tradursi in clamorose dimissioni, sulla norma che sottrae al suo ministero l’autorizzazione alle nuove centrali nucleari ed elettriche.
Non sono state modificate neanche le norme sulla Corte dei Conti che, secondo l’opinione dei deputati dell’opposizione, rischierebbero di bloccare di fatto la possibilità di agire della magistratura contabile sul controllo dei capitoli di spesa con un probabile danno erariale.

Il tempo stringe e il governo ha già sottolineato l’urgenza di fare presto al Senato e di blindare perciò il testo approvato a Montecitorio in modo che venga convertito in legge da Palazzo Madama entro la prossima settimana. La Camera, però, è stata allertata a non dare per scontato la sospensione dei propri lavori per la pausa estiva dopo la prima settimana di agosto. Se sarà confermata la linea della blindatura del testo del decreto anticrisi al Senato le eventuali modifiche ad alcuni contenuti normativi potrebbero essere spostate in altri decreti che il governo potrebbe presentare alla ripresa dei lavori parlamentari a settembre.

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