Il ministro Matteoli salvato da processo per favoreggiamento

28 Lug 2009

A maggioranza (di centrodestra), la giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera ha salvato stamani da un processo per favoreggiamento il ministro Altero Matteoli, ora alle Infrastrutture e a suo tempo all’Ambiente. In questa veste Matteoli era stato accusato di favoreggiamento nell’ambito di una inchiesta per abusi edilizi sull’Isola d’Elba: nella sostanza di avere informato il prefetto di Livorno di una inchiesta a suo carico riguardante la costruzione di un complesso residenziale. Secondo il relatore Maurizio Paniz (Pdl) il reato sarebbe “attinente alle funzioni ministeriali” rivestite nel 2004 dal Matteoli! Una tesi assolutamente insostenibile.
Ma c’è di più e di peggio della distorsione del concetto di “reato ministeriale”. Ci sono altri due elementi di eccezionale gravità della decisione della giunta. Intanto per l’assoluzione in sé, che purtroppo, dati i numeri, verrà inevitabilmente confermata dall’aula. Ma poi anche e soprattutto perché la Camera non era stata in alcun modo informata dall’autorità giudiziaria circa le decisioni della magistratura dopo che la Corte costituzionale aveva annullato il rinvio a giudizio del tribunale di Livorno nei confronti del ministro: né dell’eventuale archiviazione del procedimento, né di una eventuale richiesta di autorizzazione a procedere.
E’ per questo motivo che tanto i commissari del Pd (tranne la deputata Donatella Ferranti che ha definito “illegittima” la decisione della giunta) quanto quelli dell’Ivd, hanno votato contro il salvataggio del ministro.

Non solo, ma lo stesso presidente della giunta, Pier Luigi Castagnetti, nel dire no al salvataggio del ministro, ha denunciato il comportamento del centrodestra che “ha deciso di dichiarare autonomamente la ministerialità del reato commesso da Matteoli”. In sostanza, ha aggiunto Castagnetti, “ci si pronuncia sulla non autorizzazione a procedere senza che ci sia stata una richiesta di autorizzazione a procedere. Si è pronunciata a prescindere dalla richiesta. Esattamente come era già stato fatto al Senato per il leghista Castelli, quand’era ministro”.
Insomma, un vero e proprio colpo di mano: “Ciò che non è stato possibile fare per legge – è stato il commento di Federico Palomba, Ivd – lo si è fatto attraverso un accordo di maggioranza.

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