Se i sondini hanno più diritti dei malati

27 Mag 2009

Lunedì 25 maggio nell’auditorium della scuola media Bettinzoli a Brescia circa 400 persone hanno partecipato all’incontro pubblico organizzato dal circolo LeG di Brescia sul tema “A chi appartiene la tua via?”. Relatori Paolo Flores d’Arcais e Beppino Englaro
Il direttore di MicroMega ha fin da subito sottolineato come in un Paese normale la domanda che dà il titolo al suo libro, «A chi appartiene la tua vita?», non dovrebbe avere senso e un libro del genere non sarebbe mai pubblicato. Purtroppo in Italia è invece un tema di estrema attualità, tema su cui ci sono divergenze profonde. Quando su temi etici ci sono così profonde divergenze, afferma Flores d’Arcais, o ci si mette d’accordo sul fatto che ognuno agisce secondo la propria morale, o se ne sceglie una delle due e tutti devono adeguarsi. Una strada quest’ultima «che è un tunnel di barbarie incredibile». L’unica possibilità di convivenza è insomma «il riconoscere l’autonomia di ognuno in decisioni del genere, esattamente quell’autonomia che la legge approvata in Senato vuole togliere» imponendo un’unica verità. Flores d’Arcais ricorda che la rivendicazione dell’autonomia dell’individuo riguarda anche tanti illustri cattolici, come il teologo Hans Küng, o gli esponenti della comunità valdese. La legge approvata in Senato può definirsi «medievale», riporta al concetto di schiavo degli antichi, non persone ma instrumentum vocale, attrezzi dotati di parola. Flores d’Arcais non crede che su tali questioni si possa trovare una posizione mediana tra «laicisti e sostenitori della sacralità della vita».

Nel dibattito in corso si fronteggiano una posizione estrema e un’altra che vuole riconoscere l’autonomia delle persone: da un lato l’autonomia e la libertà, dall’altro la prevaricazione e l’oscurantismo. Su queste posizioni non è possibile la mediazione.
Si deve però distinguere tra la chiesa gerarchica che cerca di imporre il suo punto di vista, la stessa chiesa che fino a qualche anno fa accettava il confronto e ora lo rifiuta perché sente di avere «il monopolio» della comunicazione, e i tanti cattolici che sulla questione al limite pensano che si faccia «peccato» ma mai vorrebbero che l’autodeterminazione dell’individuo si trasformasse in «reato». «Finché c’è lotta c’è speranza, non bisogna rassegnarsi», conclude Flores d’Arcais ricordando che a breve di questi temi si tornerà a parlare, non appena – dopo le elezioni – il testo di legge approderà alla Camera.
Beppino Englaro, accolto con un caldo e prolungato applauso, ha portato il travaglio della sua famiglia dal giorno in cui Eluana, «un purosangue della libertà», ebbe l’incidente d’auto di ritorno da una festa. Dall’inizio del dramma, della «violenza terapeutica» nei confronti della figlia, il travagliato iter giudiziario per chiedere la sospensione dell’alimentazione artificiale, fino al 9 febbraio scorso.
È convinto che in Italia poco si sappia di queste cose, per questo è nata l’associazione «Per Eluana», che si propone di promuovendo la conoscenza dello stato attuale della medicina sul fine vita.

L’obiettivo è “ poter rifiutare l’offerta terapeutica avendo la possibilità di dire: no grazie. Perchè in uno stato di diritto si possa disporre della nostra salute; il tutto alla luce del sole e attraverso un dialogo informato”. Perché i sondini non abbiano più diritti dei malati.

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