Social card, ma quanto ci costa davvero?

26 Mag 2009

Social card già nel dimenticatoio? Non parliamo qui dell’operazione demagogica in sè, dei ritardi nella consegna delle tessere e soprattutto nell’accredito delle tanto modeste cifre. No, vorremmo sapere anche noi (come hanno chiesto al creativo ministro dell’Economia Giulio Tremonti le deputate pd Donata Lenzi e Lucia Codurelli) quanto è materialmente costata la social card: produzione, distribuzione e servizio di gestione della carta-acquisti.
Domanda sacrosanta, dal momento che a secondo della fonte a cui ti rivolgi sgorga una risposta diversa e contrastante. Secondo una fonte primaria come il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, il costo della social card è stato pari a 1,4 milioni di euro: così nella sua risposta in question time del 28 aprile, aula della Camera. Secondo un’altra fonte ancor più diretta (Luigi Casero, sottosegretario di Tremonti, question time in commissione Bilancio della Camera) il contratto stipulato tra i ministeri dell’Economia e del Welfare e Poste SpA prevede due tipi di remunerazione: 1.149.221.73 euro alle poste per l’invio del materiale alla platea dei potenziali beneficiari del programma; e un corrispettivo variabile connesso alla produzione e al servizio di gestione delle carte (affidato alla multinazionale Mastercard) pari a 1,898 euro su base annua per ciascuna carta emessa.
E’ del tutto evidente che le due versioni non corrispondono affatto, sol che si facciano un paio di operazioni. Se moltiplichiamo il costo della singola carta per i due milioni di carte prodotte, si ottiene la cifra di 3.796.000 milioni di euro, quasi il triplo cioè della cifra fornita dal ministro Sacconi.

E se invece moltiplichiamo quel costo solo per le seicentomila carte attivate, anche in questo caso i conti non tornano: la cifra è praticamente uguale (1.138.800 euro) a quella indicata dal sottosegretario Casero, ma solo per il capitolo-spedizione del programma. E il costo ”variabile” connesso alla produzione e al servizio di gestione dov’è finito? In quale piega di bilancio è nascosto?
Con le deputate Lenzi e Codurelli anche noi abbiamo il diritto di essere più esattamente informati sciogliendo un po’ di interrogativi: quale cifra deve intendersi corretta, completa e veritiera? Quali sono i costi dell’operazione-social card suddivisi per tipo di spesa e per anno? Il rapporto con Mastercard è ricompresso nel contratto con Poste SpA? E quali altre spese è previsto che debbano essere sostenute nel corso dell’anno 2009? Aspettiamo la risposta che Tremonti o Casero forniranno in commissione.
Quanto a un primo bilancio dell’operazione-card, lo ha fornito giusto stamane il Corriere della Sera. Su 788mila domande presentate, ne sono state bocciate 220mila. Risultato, le ricariche in corso sono 567.120. In 740 avevano fatto domanda per conto di persone decedute, 120mila godevano di pensione troppo alta, anche di cinquemila euro netti mensili. Sinora la somma spesa con l’uso della carta è pari a 148,9 milioni per 5,3 milioni di operazioni con una spesa media di 28,2 euro.
P.S. A proposito di risposte di cui siamo (pardon: eravamo) in credito: lo scorso mercoledì 20 maggio avevano chiesto al senatore pd Filippo Bubbico che ci chiarisse il senso del suo voto di astensione nella commissione Industria di Palazzo Madama sulla rinomina dell’ambasciatore Umberto Vattani a presidente dell’Ice in pendenza di una sua condanna per peculato a due anni e otto mesi di reclusione con parallela interdizione dai pubblici uffici.

Siamo in grado di comunicare che il sen. Bubbico non intende fornire il chiarimento. Credito inesigibile, dunque.

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