Come ai tempi del FascismoBerlusconi: “Parlamento inutile”

21 Mag 2009

Redazione

Ecco l’attacco al Parlamento e alla magistratura fatto dal presidente del consiglio Silvio Berlusconi, davanti a un’assemblea di Confindustria che ha più volte applaudito.
Le critiche ai giudici e l’attacco al Parlamento “Stamattina i giornali dicono che non si possono nemmeno criticare i giudici, io credo invece sia un diritto…”. Dal palco dell’assemblea di Confindustria, Silvio Berlusconi torna a parlare del processo Mills, scusandosi con il presidente degli industriali Emma Marcegaglia e spiegando di non poter tacere su una sentenza che non esita a definire scandalosa. Poi, dopo l’attacco ai giudici, rilancia la proposta di un ddl d’iniziativa popolare per dare più poteri al presidente del Consiglio: “La legislazione va cambiata, perchè il presidente del Consiglio non ha nessun potere, tutti i poteri ce li ha il Parlamento, che però è pletorico e inutile”. Oggi il presidente del consiglio conta poco, “comprensibilmente dopo il fascismo hanno privilegiato il Parlamento” e sarebbe pure opportuno ridurre il numero dei parlamentari, “ne basterebbero un centinaio, come nel Congresso americano”. Ma per snellire il Parlamento e “arrivare a questo ci sarà bisogno di un disegno di legge di iniziativa popolare, perchè non si può chiedere ai capponi e ai tacchini di anticipare il Natale”.
Non posso stare zitto “Io non posso stare zitto perché ci sono troppi dubbi che sorgono a leggere i giornali sul comportamento del presidente del consiglio quando era imprenditore – dice Berlusconi davanti alla platea di Confindustria – Concedimi gli ultimi secondi”, e prosegue rivolgendosi ad Emma Marcegaglia: “Ho definito scandalosa questa sentenza perché è esattamente il contrario della verità”, spiega a proposito delle motivazioni della condanna dell’avvocato inglese David Mills.

E poi, premettendo di “dirlo in due minuti” perché “non posso non dirlo”, ribadisce la sua versione dei fatti sul caso giudiziario.
La riforma della giustizia In un passaggio del suo intervento a braccio, il premier parla delle sue vicende personali e assicura che il suo governo porterà avanti comunque la riforma della giustizia, con la separazione tra le funzioni tra chi giudica e chi rappresenta l’accusa. Perché “Berlusconi ha le spalle larghe e più lo attaccano più ne esce rafforzato”, ma qualunque altro cittadino potrebbe non potersi difendere adeguatamente con l’attuale sistema. “Metteremo tutto il nostro impegno nella riforma della giustizia penale e non ci fermeremo fino alla divisione delle carriere”.
Il caso Mills Berlusconi ripete davanti agli industriali di non avere mai conosciuto “il signor avvocato David Mills”, confermando che la somma di 600 mila dollari è stata data da un “armatore italiano perché per non pagare le tasse al fisco inglese ha detto che erano i proventi di una donazione”. Poi, continua a raccontare Berlusconi, durante il primo interrogatorio, “stremato e per paura di essere messo in carcere” dice che la donazione proveniva da un dirigente Fininvest che guarda caso era morto. Il premier si addentra nei particolari: le verifiche dei suoi legali, sostiene, hanno dimostrato la provenienza di questo denaro. Inoltre, attacca, “la causa sarebbe stata prescritta, ma i Pm si sono inventati il fatto che il reato non è stato commesso nel momento del passaggio dei soldi ma quando il percettore ha cominciato a spenderli: e quindi, con una cosa che è un sacrilegio, hanno prolungato il processo per altri due anni e nel frattempo il fisco inglese ha accertato che quei soldi erano il frutto di una parcella”.
“C’è una realtà – è l’affondo del premier – che è esattamente il contrario di quella che questi giudici hanno scritto, perché si tratta di giudici che sono estremisti di sinistra.

Certe cose non si possono non dire: perché questa è una vera patologia della nostra democrazia”. I Pm politicizzati sono una “vera e propria patologia della nostra democrazia e noi ci batteremo affinché non ci possano più essere questi partiti all’interno della magistratura, affinché non ci possa più essere un Consiglio superiore della magistratura fatto di giudici che si assolvono”.
Il Csm Poi tocca al Csm, l’organo di autogoverno dei magistrati. “Pensate che normalmente il 50 per cento delle persone che vengono chiamate in giudizio viene assolto, ma questa percentuale quando si tratta di giudici scende, perché sono loro stessi a giudicarsi, al 5 per cento: mi domando se è una situazione che può continuare così”. Applausi dalla platea. “Quindi – continua – c’è sotto il mio impegno ad andare avanti nella riforma della giustizia penale e non si fermeremo fino a quando non avremo diviso i giudici dai magistrati”.

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