Frattini, un ministro in fuga dall’Europa

18 Mag 2009

Ma che vuole il ministro degli Esteri Franco Frattini quando tenta, con dichiarazioni grottesche, di cavarsi dal gravissimo isolamento nella Unione europea e nel mondo sulle politiche per l’immigrazione? Dunque, vediamo: 1) si lamenta che l’Europa non dà una mano all’Italia; 2) denuncia anzi che “le istituzioni europee hanno fatto finora meno di quanto avrebbero dovuto”; 3) non smentisce concretamente (al di là di qualche generico distinguo) l’attacco che il suo collega alla Difesa, Ignazio La Russa, ha mosso alle istituzioni dell’Onu e, personalmente, alla delegata italiana all’ufficio internazionale chiamato istituzionalmente alla tutela dei rifugiati/richiedenti asilo.Bene, allora qualche osservazione. Tra le amenità sparse a piene mani c’è una giustificazione-ammissione di Frattini che merita una particolare menzione. E’ quella secondo cui la politica di respingimento e di espulsione avverrebbe “nell’interesse dell’Europa” dal momento che “gli immigrati che arrivano a Lampedusa non si fermano a Lampedusa: l’80% migra verso Nord, verso altri paesi europei”. Sarò testardo, ma se l’ottanta per cento dei clandestini migra verso Nord, allora di che cosa si preoccupa Frattini? Dove sta l’emergenza italiana se i clandestini se ne vanno via, praticamente tutti? C’è poi la denuncia che le istituzioni europee hanno fatto meno di quanto dovuto. E lui, Frattini, non ne sa nulla? Non è stato forse, sino all’anno scorso (e per quattr’anni) vicepresidente della Commissione europea e addirittura Commissario europeo alla Giustizia, Libertà e Sicurezza e – per questo – con competenza incisiva ed esclusiva sulle politiche migratorie? Già, ma l’attuale ministro degli Esteri è fuggito, letteralmente fuggito dall’Europa dimettendosi da ogni incarico europeo alla vigilia delle elezioni politiche dell’anno scorso, per tornare a Montecitorio e diventare ministro degli Esteri.

(Qui è necessario aprire una parentesi. Chi è andato al posto di Frattini all’Ue? Nel gioco dei quattro cantoni il posto di vicepresidente della Commissione è stato preso da un altro forzista, Antonio Tajani, che però non è subentrato nello stesso, importante ufficio di Frattini, ma Berlusconi ha voluto che andasse a fare il Commissario ai Trasporti. Scelta non casuale, anzi mirata, miratissima: nel breve periodo per gestire la delicata vicenda dell’Alitalia e dei relativi conflitti, e nel lungo periodo per assicurare una preziosa copertura quando si tratterà, se si tratterà, di passare dalle parole ai fatti per la faraonica, costosissima e inutile impresa del ponte sullo Stretto.)A proposito infine delle responsabilità dell’Europa, Frattini è forse colto da grave forma di amnesia? Ricordiamogli allora che nel Consiglio europeo, e nel Consiglio dei ministri, siedono 27 membri. Di questi, tredici sono capi di governo e/o capi di stato che appartengono al Partito popolare europeo (lo stesso di Frattini, Tajani, ecc.), sette appartengono al Partito socialista europeo, quattro ai liberaldemocratici, tre sono “indipendenti”. Il presidente della Commissione, Josè Barroso, è proprio e sempre del Ppe. I 26 Commissari, di nomina governativa nazionale, corrispondono grosso modo alla stessa fisionomia del Consiglio. Conclusione: in Europa, oggi, il centrodestra ha la stragrande maggioranza. E’ il centrodestra che, detta in soldoni, governa l’Europa. Allora Frattini, La Russa e in primis Berlusconi sanno, senza arrampicarsi sugli specchi, a chi devono rivolgersi.

Ai loro alleati di ferro.P.S. nella maggioranza di centrodestra si è levata una voce critica. E’ quella dell’ex “governatrice” di Nassirya, Barbara Contini, per anni impegnata nella cooperazione internazionale per conto della Farnesina prima di diventare l’anno scorso senatrice del Popolo della Libertà. Ieri ha detto che “da un anno a questa parte la politica (italiana, ndr) è troppo basata sulle questioni interne mentre dovrebbe essere più internazionale” perché solo conoscendo l’Onu e le altre realtà internazionali “si darebbe un contributo alla politica” e anche, ha aggiunto, si eviterebbe di dare giudizi come quelli di La Russa sull’Alto commissariato per i rifugiati. In Senato – orecchio del cronista – si raccolgono molte voci sull’insofferenza della senatrice Contini al clima interno ai gruppi del centrodestra; sulle insistenti raccomandazioni che riceve a starsi buona e calma; sull’invito perentorio ad attenersi alla linea ufficiale. E’ vero?

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