Leggere per vivereEco alla Fiera del Libro

15 Mag 2009

«Non sperate di liberarvi dai libri». Suona come una minaccia, l’avvertimento lanciato da Umberto Eco e Jean Claude Carrière alla XXII edizione della Fiera internazionale del Libro di Torino. Dalla seta al formato elettronico, passando per la pergamena e la carta, i libri cambiano ma non muoiono. Parte proprio dal titolo del libro scritto a quattro mani e appena edito da Bompiani, la chiacchierata fra il semiologo garante di LeG e il cineasta. Cosa succederà con l’ebook? Come sarà leggere senza sfogliare le pagine? Per Umberto Eco, c’è solo un’abitudine importante da preservare: «Vorrei che si salvasse la possibilità di bagnarsi il dito, che è fondamentale, una soddisfazione che risale all’infanzia». Si avanza a suon di paradossi e schermaglie fra i due, che si autodefiniscono “perversi” dei libri. «L’unicità del testo? È un linguaggio che non prevede intermediari – dice Jean Claude Carrière – ognuno legge i libri in modo diverso, ad esempio c’è chi rilegge i passi, un vezzo impossibile al cinema come a teatro. Per questo la relazione insostituibile che lega chi scrive e chi legge non mancherà mai». C’è chi salta le pagine, chi cerca il cuore della storia, chi guarda solo le copertine e chi i libri li colleziona: «Per piacere di possesso e accumulazione», dice Eco. «Una passione che comporta anche una grande solitudine. Chi colleziona libri li tiene chiusi in casa e gli ospiti si chiedono sempre come mai lui sia impazzito per testi che sono libri ragnatelosi».

Tutto come prima, di carta o sul web, che li si legga o li si collezioni, senza i libri non si può stare. «Più o meno studipi», come piacciono a Carrière, o «più o meno falsi», come piacciono a Eco. Sempre memoria e cultura, segni del tempo incrostati di interpretazioni e dal vento della storia, tutti capaci di trasmettere un po’ di quel “piacere di leggere”. Quando era bambino, racconta Eco, una vicina che ogni anno gli regalava racconti patriottici gli chiese, fra contenuti e piacere di leggere, cosa preferisse: «Non mi ricordo nemmeno i libri che ho scritto io, quante volte apriamo i libri per per il solo piacere di leggere?».

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