Libertà d’informare: un’emergenza nazionale

14 Apr 2009

LeG A DIFESA DELLA LIBERTA’ D’INFORMAZIONE // Aprile? Per la libertà di stampa è il più crudele dei mesi. Si potrebbe parafrasare il titolo di un giallo di Derek Raymond, preso a prestito da Elliot. Ma non c’è nè poesia nè fiction in questi continui attacchi di Silvio Berlusconi e del suo governo alla libertà di espressione e di critica. Accade in questi giorni d’aprile, scossi dal terremoto dell’Abruzzo e a finire nel mirino è innanzitutto AnnoZero, la trasmissione tv di Michele Santoro, che proprio sul terremoto avrebbe aperto “un processo contro la protezione civile“; ma è sotto accusa anche la stampa straniera, “colpevole di parlare male dell’Italia”.
Era già accaduto nel 2002, era il 18 aprile, quando da Sofia, dove si trovava in visita ufficiale, l’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi apostrofò Enzo Biagi, Michele Santoro e l’autore satirico Daniele Luttazzi, colpevoli quella volta di fare un “uso criminale” della tv.
Ora Michele Santorio torna sulla graticola. Perché? Forse perché non si è allineato al grande reality delle tv? Scrive Loris Mazzetti di Articolo 21: “La sensazione di chi guarda la tv è di vivere in una fiction con tanto di colpo di scena in diretta, nella quale anche il telespettatore è coinvolto.

E’ il reality dello stato di crisi. Silvio Berlusconi ancora una volta è sceso in campo e, come ha detto il presidente del Senato Schifani: “E’ nell’emergenza che dà il meglio di sé”. “E’ come un camping di fine settimana”, ha dichiarato il premier durante un’intervista ad una tv straniera. Dopo aver consigliato ad una madre di andare al mare ha detto alla sua bambina: “Così magari trovi anche un fidanzato”. Subito dopo la cerimonia funebre Berlusconi è andato in mezzo ai parenti delle vittime per le condoglianze: baci, abbracci e strette di mano. Mi dispiace, so benissimo che quello che sto per scrivere risulta fuori dal coro: tutto ciò sa di propaganda in vista delle prossime elezioni”. Dalle pagine di Repubblica Bernardo Valli apre un altro fronte. L’occasione è un articolo di Le Monde scritto da Philippe Ridet: l’Italia soffre ma non vuole essere criticata dagli stranieri. Dice Valli: “E il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che controlla in quanto diretto proprietario o in quanto capo del governo l´ottanta per cento dei media, è l´araldo di questa «resistenza». Resistenza che si esprime con una raffica di proteste dei nostri ambasciatori invitati dal loro ministro a reagire quando i quotidiani stranieri parlano male dell´Italia”.

Poi cita gli ultimi esempi: “È capitato al Times quando ha ironizzato sulle parole di Silvio Berlusconi che invitava i rifugiati dell´Aquila a «passare il weekend di Pasqua al mare». È capitato al Guardian quando ha scritto che la fusione tra Alleanza Nazionale e Forza Italia segnava la nascita di una formazione «postfascista». È capitato al Pais quando ha definito Berlusconi uno dei leader «più sinistri». E allo Spiegel quando, al momento delle immondizie napoletane, ha chiamato l´Italia «uno stivale puzzolente»”.

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