Non c’è paese al mondo (soprattutto tra i “grandi”: e l’Italia è annoverata tra questi) che non abbia un servizio pubblico tale che consenta a chi va all’estero di essere sempre collegato alla madre patria attraverso quell’elementare eppur modernissimo mezzo che è la radio. Provare per credere: ovunque per il mondo si possono ascoltare i notiziari inglesi, francesi, spagnoli. Notiziari italiani? Niente. Bene, anzi male: sapete l’ultima? RadioRai, servizio pubblico, ha abolito le trasmissioni radio a onde corte, le uniche udibili a lunga distanza, cioè in tutti i continenti, ed attraverso le quali, per settant’anni, gli italiani all’estero (residenti, viaggiatori, turisti) avevano potuto ascoltare i giornali radio ed altre trasmissioni di larga utilità e di largo consumo. Si è creato insomma un vuoto di informazioni difficilmente colmabile con altri sistemi, a meno che l’utente non sia dotato di computer collegato con internet. Il che non è per tutte le tasche e per tutti i luoghi, si pensi solo all’Africa.Della questione è stata investita la Camera, dove è stata posta da deputati dell’uno e dell’altro campo una questione politica di fondo e di principio: la convenzione Stato-Rai consente la dismissione delle trasmissioni in onde corte? E comunque quali urgenti iniziative intende assumere il governo perché sia ripristinata la diffusione delle trasmissioni ad onde corte da parte di quella che è la concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo? Nulla da obiettare a queste iniziative se non fosse che questa pur sacrosanta denuncia è purtroppo insufficiente.
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