Le sordine per la vera crisi

26 Feb 2009

Il Pd e l’obbligo di scegliere, di M.L. Salvadori // A margine delle ultime dispute roventi, dal caso Englaro alle ronde, molti hanno sottolineato la convenienza del governo ad attizzare questo genere di incendi per mettere la sordina all’unica vera emergenza sul tappeto, e cioè la crisi economica. Giusta osservazione. Tanto giusta che è utile segnalare per tempo l’arrivo sulle pagine dei giornali di un’altra “arma di distrazione di massa”: la legge per limitare il ricorso allo sciopero nei servizi pubblici. Che sarà, pare, all’ordine del giorno del prossimo Consiglio dei ministri.Pensateci: un simile argomento sembra fatto apposta per lacerare il centro sinistra. Si leveranno strilli contro l’attentato al diritto di sciopero, si ricorderanno gli infausti precedenti degli anni Venti, si divideranno (anzi: si sono già divisi) i sindacati confederali tra chi, Cisl e Uil, è disposto a discuterne, e chi, la Cgil, non vuole neppure sentirne parlare.Sul fronte opposto si schiererà la gente, che si infuria tutte le volte che gli autobus fermi paralizzano le città o quando si vede costretta a bivaccare a margine dei binari nelle stazioni ferroviarie. Il governo, inutile dirlo, apparirà schierato dalla sua parte e la macchina schiacciasassi delle tv darà ampio spazio a queste voci, contrapposte a quelle di un centro sinistra che difende l’indifendibile, e cioè il diritto di pochi scalmanati a bloccare una maggioranza di cittadini operosi.Un copione già scritto e già visto, insomma.

Inutile dire che quella degli scioperi sembra più la risposta ad una pulsione ideologica profonda di questa destra che una vera urgenza. Il governo troverà il modo di renderla tale, ed ha la forza mediatica per farlo. Così potrà offrire a chi il lavoro lo perde un falso nemico su cui scaricare la rabbia distogliendone l’attenzione dagli scarsi provvedimenti messi in campo per contrastare il nemico vero, e cioè la recessione.Allora conviene che il centro sinistra si attrezzi per non cadere nella trappola. Nelle sue file ci sono fior di economisti e giuslavoristi: Pietro Ichino, per citarne uno, ha già spiegato di aver presentato un progetto sull’argomento. Ci sono legislazioni nei paesi europei che potrebbero fornire spunti interessanti. Se ne discuta e si elabori una linea credibile e condivisa. Senza furori ideologici, ma sforzandosi di tutelare i diritti di tutti.Si è già visto, ora che si discute seriamente del testamento biologico, che quando il Pd ritrova una sua coesione si evidenziano le crepe nel Pdl. La vicenda, che va indubbiamente ascritta a merito del nuovo segretario Franceschini, dovrebbe indicare la strada da seguire anche in questo frangente. Perché è vero che lo sciopero è un diritto che solo le dittature negano, ma è altrettanto vero che non è giusto farne ricadere il peso sugli incolpevoli utenti. Infatti è in base a questo elementare principio che furono introdotte le limitazioni che già esistono per gli scioperi nei servizi pubblici. Se si può fare di più in questa direzione, è bene farlo.

Con equilibrio e mente fredda.Si muova subito, il Pd. Prima di essere travolto dall’ennesima offensiva di un governo che anche così si sta preparando alle ormai imminenti elezioni europee. Altrimenti si rischia di andare a votare sul diritto degli autoferrotranvieri di paralizzare il paese. Col corollario che se Berlusconi, come è probabile, ne uscirà vincente, si sentirà autorizzato ad attaccare davvero il diritto di sciopero.

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