Caro Walter, ti scrivo

03 Lug 2008

Caro Walter, mi sono decisa a scriverti questa lettera aperta nella mia veste di presidente di Libertà e Giustizia, una associazione che conosci molto bene, a cui sono iscritti molti di coloro che un anno fa hanno lavorato per te e che ora temono di non capire la tua politica e i tuoi obiettivi. Spero che tu mi legga, anche se un tuo stretto collaboratore mi ha detto che secondo voi ciò che io scrivo pecca di “radicalismo etico”. Una definizione su cui potremmo discutere, ma pazienza: alla fine, per me è un complimento.Spero dunque che tu prenda le mie parole non come frutto dell’antipolitica, sentimento a cui sono totalmente estranea, ma come un atto di amore per la buona politica: quella che tanti di noi hanno cercato sperando nel Pd e nel rinnovamento che esso prometteva.Parto subito dagli avvenimenti attuali. Stretti fra iniziative generose ma di parte, da possibili tentazioni di visibilità, LeG ha sollecitato una OPPOSIZIONE DI TUTTI, piuttosto che una OPPOSIZIONE SOLITARIA (una prova di unità essenziale anche in vista di possibili ipotesi referendarie). Certo è difficile partecipare, una volta che altri sono partiti, ma non è impossibile e ci sono il tempo e lo spazio se proprio si volesse, per inventarsi un’altra occasione. Unitaria. Io sono convinta che in questi casi il primo passo sia quello fondamentale: partire bene serve a proseguire bene e a vincere. Una opposizione di tutta l’opposizione, ora che in Parlamento si stanno realizzando le imprese di questa maggioranza governativa.

Ora e non in autunno. Ora e non a ottobre. Ora e sulla giustizia e sulla Costituzione e poi in ottobre sull’economia e la nuova povertà che Berlusconi non vede per guardare solo a se stesso
. In autunno questa pagina del capitolo giustizia sarà già chiusa, poi se ne apriranno altre, ma intanto il danno sarà già compiuto.Questa opposizione di tutti credo che sia ciò che una gran parte della società civile ci chiede e chiede al Pd. Sento dire che il Pd ritiene questa area assolutamente marginale e le definizioni che ad essa riservate sono assolutamente inaccettabili: giustizialismo, massimalismo…Ma di che parlate? Perché questo vecchio vizio comunista e democristiano di demonizzare gli altri? Se così è vi sbagliate e continuate a non voler capire. Anche se fosse minoranza della minoranza il Partito democratico non può dimenticare che è un pezzo di quella base che sul Pd ha scommesso, lavorando e dando tempo, fatica, impegno, fiducia. Abbiamo seguito con interesse la tua campagna che annunciava la fine “della stagione dell’odio”, pur convinti di non aver mai odiato nessuno, forse temuto, certamente denunciando i progetti a noi estranei. Ma poi, via via che tu magnificavi la stagione del dialogo, abbiamo cominciato a interrogarci. Perché ci pare ovvio che il dialogo si pratichi in politica, che ci sia il confronto fra maggioranza e opposizione, tra chi ha vinto e chi ha perso. Figuriamoci. Ma perché insistere tanto preventivamente su questo punto? Sposare il dialogo ad ogni costo, da parte di chi ha purtroppo perso le elezioni, non rischiava di aprire un’autostrada al vincitore? Non si rischiava di mandargli il messaggio: vai avanti, fai pure, perché non non ci opporremo più di tanto, qualunque cosa tu faccia?Così è avvenuto.

Berlusconi ha potuto forzare su questioni fondamentali per la democrazia perché si è sentito al riparo da un’opposizione degna di questo nome. E appena ha voluto s’è tolto la maschera di statista che ti aveva mostrato e ha avvertito: la commedia è finita, ora il gioco si fa serio.Troppo serio, caro Walter. Perché ci sono due facce del Cavaliere. La prima è quella che oggi molti gli riconoscono, di uomo ossessionato dai suoi problemi con la giustizia, che sono diventati purtroppo anche i nostri, e che riguardano i presunti misfatti da Berlusconi compiuti per creare e via via rafforzare il suo immenso potere che si è poi trasformato in potere politico.La seconda riguarda appunto la politica: egli sta portando a compimento il disegno di una destra reazionaria (non semplicemente di destra), ma questa riflessione ci porterebbe lontano anche nel tempo, alla fine degli anni settanta e agli anni ottanta e tu lo sai bene perché sei fra coloro che più hanno seguito gli esordi berlusconiani.In tale disegno rientra alla perfezione quella teoria prediletta dal cavaliere di un corpo elettorale da contrapporre alla Costituzione del ’48, quel portare lo scontro fino al vertice delle istituzioni, al Quirinale, alla Corte Costituzionale al CSM, quell’accarezzare un popolo deluso e abbandonato anche dalla sinistra per abbandonarlo di nuovo, quando i problemi personali diventano emergenze. Ho ascoltato leader del Pd sostenere che il manifestare può esser rinviato perché “i problemi degli italiani sono altri”.

Ma ti pare questa la risposta da dare? Ti pare che il problema della democrazia sia “altro”, un “altro” che può esser rinviato all’autunno? E se nel Paese è prevalente il torpore su questi temi, non tocca forse alla politica scuotere le coscienze? Non è questo che ci hanno insegnato i nostri padri, gli uomini che credevano nella possibilità di un’Italia moderna e civile, faro in Europa e nel mondo e non già argomento di dileggio sulla stampa internazionale?Non ci siamo. L’autunno dei patriarchi non dà conforto né speranza. Allora ci chiediamo: perché questo andazzo? Perché questa lontananza da una parte della tua base? Le risposte, per quanto mi riguarda sono due. La prima: tu temi che il partito sia ancora troppo debole, troppo leggero (ma non era questo che ti consigliavano i tuoi amici, amici stretti di Berlusconi?) per mostrarsi in piazza. Temi che la gente vada al mare, temi il fiasco. La seconda: tu e gran parte del tuo Pd non condividete il giudizio sulla gravità della situazione che tanti spiriti liberi, giornalisti, storici e costituenti (nel senso di esperti della Costituzione) stanno dando in questi giorni. Non siete d’accordo sul fatto che sia in atto un duro attacco all’autonomia del parlamento, un attacco alla magistratura, una violazione dei diritti di uguaglianza, alla libertà di informazione. Se così stessero le cose, se il Pd si rifiutasse non so per quale motivo di vedere cosa sta accadendo in questo paese e la china giù per la quale la maggioranza ci sta spingendo, sarebbe gravissimo.

Sarebbe una sciagura per tutti, per noi ma anche per loro, i vincitori delle elezioni, che oggi non vogliono vedere
.Caro Walter, se leggerai questa lettera, sappi che un po’, anche poco, radicalismo etico non ha mai fatto male a nessuno, dai tempi di Enrico Berlinguer.Noi di LeG ci vediamo il 10 luglio a Milano per discutere con Gustavo Zagrebelsky e Valerio Onida proprio di queste faccende. Vuoi venire? Noi ne saremmo felici.A presto, Sandra.

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