Pena di morte, oggi il voto Onu

18 Dic 2007

E’ previsto per il 18 dicembre a partire dalle 16 (ora italiana), il voto dell’Assemblea generale dell’ONU sulla risoluzione per la moratoria universale delle esecuzioni capitali in vista dell’abolizione della pena di morte. Nella foto, la cartolina di auguri realizzata da Oliviero Toscani per Nessuno tocchi Caino. E’ un giorno importante: varca il palazzo di Vetro la moratoria sulle esecuzioni capitali promossa dall’Italia. Dovrà passare al voto dei paesi membri delle Nazioni Unite. Il ministro degli Esteri Massimo D’Alema è già atterrato a New York. Con lui ci sono il sottosegretario Gianni Vernetti e i rappresentanti del partito radicale transnazionale e di Nessuno Tocchi Caino, Matteo Mecacci e Sergio D’Elia, che combattono da anni per l’abolizione della pena di morte. Il governo italiano, ha precisato D’Alema, ha dato ai loro sforzi «una forma politica» facendone un obiettivo condiviso a livello europeo e «promuovendo una coalizione internazionale molto vasta».L’Assemblea generale, secondo quanto già stabilito, non potrà presentare nuovi emendamenti al testo approvato il 15 novembre dalla Terza commissione Onu. Un mese fa la risoluzione sulla moratoria aveva ricevuto 99 sì, 52 no e 33 astensioni, con otto Stati che non avevano partecipato al voto. Ora Guinea Bissau, Repubblica Democratica del Congo, Kiribati e Palau, che nella scorsa votazione erano assenti o si erano astenuti, oggi voteranno sì. Resta solo da capire se si voterà il testo in un blocco unito o se si andrà al voto paragrafo per paragrafo, facilitando così la strada a imboscate del fronte del no.

La chiamata è prevista per le 10 ora di New York, le 16 in Italia.Il ministro D’Alema si dice ottimista, ma avverte: il risultato non è scontato; si punta a superare i 100 sì. Capofila del fronte del no sono Singapore e l’Egitto, ma su diverse posizioni. Il paese asiatico è infatti schierato per le esecuzioni sempre e comunque, l’Egitto è invece più moderato e potrebbe convincersi a fermare i boia. Il voto di oggi viene infatti considerato anche dall’Italia un punto di partenza, non certo di arrivo. A partire da questa risoluzione potrebbe quindi avviarsi, nel corso del prossimo anno, un processo di inclusione di altri paesi al momento ancora scettici. Hanno scelto il basso profilo, paesi non abolizionisti come la Cina e gli Stati Uniti. La Cina teme infatti per la riuscita dei Giochi olimpici che si terranno a Pechino il prossimo anno, gli Usa si apprestano alle elezioni e nessuno se l’è sentita di fare scelte drastiche. Inoltre, proprio qualche giorno fa il New Jersey si è distinto come il primo stato americano ad abolire la pena di morte, ed è inoltre in atto una moratoria sull’uso dell’iniezione letale, considerata una punizione «crudele e inusuale».

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