Lettere dalle province: Mestre

10 Dic 2007

BRINDISI E AUGURI // Inauguriamo con questo intervento da Mestre una rubrica suggerita da Umberto Eco, garante di Libertà e Giustizia, nel corso di una recente riunione dei coordinatori dell’associazione. Affidata ai soci di LeG, Lettere dalle province, ospiterà interventi, cronache e storie indicative della nuova e vecchia politica fuori dai centri più conosciuti. Un cahier de doleance, ma non solo, piuttosto una finestra sul mondo che, troppo spesso, i giornali non seguono; un viaggio nel quotidiano, banale o straordinario, già visto o del tutto insolito, raccontato da chi si è messo in moto, anche solo come spettatore attento.
Mi sento in dovere di fare alcune riflessioni in merito al convegno che ho organizzato a Mestre: Libere Chiese in Libero Stato: diamo la parola ai giovani. Prima di tutto desidero ricordare i nomi di tutti i relatori: Carmi Daria, Rappresentante UGEI; Coccolo Alessandro, Libertà e Giustizia – VENEZIA; Duprè Caterina, Pastora Comunità Evangelica; Lucca Paolo, Dottore in Armenistica; Mantoan Diego, Libertà e Giustizia – VENEZIA; Minozzi Valentina, Rappresentante SDI; Venturini Elisa, Rappresentante FI inoltre ha partecipato all’incontro l’Archimandrita Evangelos Yfantidis; Vicario Arcivescovile Generale della Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia e di Malta.
Ritengo di poterlo definire un bel gruppo: erano rappresentate le varie comunità religiose presenti nel territorio veneziano e non solo ma anche giovani di partiti della coalizione di governo, dell’opposizione e della società civile.
Il convegno si prefiggeva come finalità la centralità della laicità dello Stato e il dialogo tra le religioni, partendo dal dialogo tra i giovani.
I relatori, pur dovendo trattare un tema così complesso, hanno saputo, con estrema naturalezza, fare degli interventi molto appropriati e di altissimo livello.Ma allora vi chiederete quale è il problema? Mancava semplicemente il pubblico: 12 le persone presenti.Avevo inviato più di trecento mail, soprattutto a moltissimi iscritti alle associazioni che operano nel territorio veneziano e che si stanno impegnando per la nascita del Partito Democratico e che stanno sostenendo la partecipazione dei giovani per il rinnovamento della classe politica italiana! Ma dove sono finiti tutti quanti, si sono persi per la strada, ma la laicità dello Stato non è un tema portante per il nuovo partito? Ogni giorno se ne parla sulle pagine dei quotidiani, nei dibattiti televisivi.
Come mai il pubblico era assente?Forse perché pioveva e poi c’erano le targhe alterne, oppure si riteneva che dei giovani non potessero trattare un tema così complesso,… “in fin dei conti che esperienza possono avere!”O, forse, più semplicemente perché le persone partecipano solamente quando è garantito l’intervento di politici importanti allora c’è l’interesse “a farsi vedere.” Non so se avete notato la dinamica in alcuni convegni “di grido” allora tutti improvvisamente spuntano come i funghi, compaiono per qualche minuto e poi normalmente si appartano, anche perché annoiati dal dibattito in corso.
Per concludere vorrei riportavi l’annuncio dell’ iniziativa, come è comparsa sulle pagine di un quotidiano locale:• Via PoerioLibere ChieseOggi, ore 17.30
Oggi alle 17,30 a Santa Maria delle Grazie in via Poerio dibattito su “Libere Chiese in Libero Stato”, con Evangelos Yfantidis Vicario Arcivescovile della Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia e di Malta.
Non era menzionata Libertà e Giustizia né tantomeno i giovani, veri protagonisti del convegno.
Scusate se vi ho annoiato con la cronaca di un pomeriggio come tanti, trascorso nell’indifferenza della gente.
Riflessione di Alessandro Coccolo, relatore al convegno – socio LeG
Il tema della laicità dello Stato in Italia o non viene affrontato, o lo si raffigura con toni epici, quasi fosse una battaglia tra due diverse fazioni.

Questo atteggiamento mentale, anacronistico oltre che poco costruttivo, dilaga tanto nei media che nella società. L’incontro sposava invece una logica differente, minoritaria ma forse necessaria per un Paese multiculturale. Abbiamo infatti saputo dimostrare che “laicità” non significa solo gli eccessi del Vaticano o il laicismo fanatico, ma anche e soprattutto l’unico presupposto per far in modo che uomini e donne delle più svariate religioni condividano lo stesso orizzonte di diritti e democrazia.Che forse l’incontro non abbia riscosso i risultati attesi perchè il pubblico stesso avrebbe preferito emozioni immediate piuttosto che riflessioni profonde? Accuse reciproche al posto della sobrietà, gossip a sfondo sessuale sul prete di campagna al posto della lettura del Corano, magari considerazioni sulle rapine in villa al posto di una testimonianza sul sentimento religioso dei cristiani ortodossi? Per concludere, credo che ciascuno di noi relatori abbia imparato in due ore di convegno “in famiglia” più che dopo dieci speciali della Televisione di Stato, conservando così la speranza che la prossima volta incontri di questo tipo possano avere lo stesso effetto su un numero maggiore di persone. Alessandro
Riflessione di Diego Mantoan, relatore al convegno – socio LeG
La questione dei giovani rappresenta davvero un grande problema: se non possiamo farci sentire, gli adulti in politica ci ignoreranno sempre.
Purtroppo il tentativo di questi adulti è appunto quello di non permetterci di farci sentire.

E’ a dir poco avvilente che nelle decine di convegni e conferenze che si organizzano ogni settimana in Provincia diVenezia i giovani a parlare sono praticamente zero. Solo i politici affermati riescono a richiamare gente, sicuramente per un effetto traino del “bisogna farsi vedere”, ma dubito per reale interesse nei discorsi poi fatti. Per essere sincero mi sono anzi stufato di andare alle occasioni in cui vi sono politici adulti, perchè non emerge nulla di nuovo.
Bisognerebbe costringere i partiti e le associazioni a coinvolgere i giovani dando loro la parola, permettendo loro di prepararsi sull’argomento trattato e di esporre poi le proprie idee. Certo non tutti possono essere in grado di farlo, ma proprio per questo i partiti dovrebbero prendersi la responsabilità di fare i talent scout e di scoprire i giovani validi nei luoghi che frequentano abitualmente: università, scuole, associazioni culturali, associazioni sportive ecc. Ci sono molti giovani attivi nel sociale, nella cultura, nello sport, nel mondo dell’istruzione che aspettano solo di essere coinvolti in questo senso, cioè permettendo loro di esprimersi e di essere ascoltati. Nonostante tutto, sono felice di essere socio di un’associazione come LeG che a Venezia ha coraggiosamente deciso di far parlare i giovani, con un buon successo in termini di livello culturale del dibattito.Diego

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