Dialogo immaginario sul Pd

28 Set 2007

“Ond’io per lo tuo me’ penso e discernoChe tu mi segui, e io sarò tua guida,e trarrotti di qui per luogo etterno…” E’ un’Italia orfana, senza guida, che ha perso i grandi vecchi e non ha saputo tirare su una generazione giovane e colta, fresca e appassionata, preparata e fiduciosa capace di parlare ancora al Paese, alla sua gente che invece vaga come da un canale televisivo all’altro, di sera, annoiata e intristita. E’ la nostra Italia e nessuno sa come dare la “scossa”, come indicare la “svolta” come “far voltare pagina”, come mobilitare le coscienze attorno a un disegno di rinascimento, di democratica modernità.La incontriamo in treno, china sul proprio computer, rapita nel suono ininterrotto di invisibili ipod. Le rivolgiamo la parola negli incontri fra vecchi amici che, prima ancora di chiederti come stai, ti assalgono:”Io questa volta non voto”.Dicono, in tanti, i nostri concittadini di centro sinistra, che non andranno a votare il 14 ottobre. Poi ti spiegano che tanto non succede nulla di nuovo, che è sempre la stessa storia, che la casta è sempre casta e che comunque, allora, se la sinistra non lo sa fare, litiga troppo, è troppo presa dai propri interessi per pensare in grande, allora tanto vale che governi la destra.Allora tu cerchi disperatamente di controbattere: non è vero che non accade qualcosa di nuovo, le novità ci sono e sono molte, ad esempio nel Pd unico caso di due partiti che ne fanno uno solo, ci sono tante donne.Replica: non avevano detto che non sarebbero stati due partiti soltanto? E gli altri dove sono andati?Risposta: ci sono anche i repubblicani della Sbarbati.

E molti sono gli esterni, che Veltroni, se sarà eletto segretario, vuole che contino davvero.Un po’ come erano gli indipendenti di sinistra?No, questi saranno iscritti al Pd, e avranno ruoli di responsabilità.A questo punto i tuoi interlocutori ti dicono che sarà un partito fatto tutto o quasi di nomenclatura e apparati e comunque quelli che contano sono sempre gli stessi. E dunque? Dunque Grillo non ha ragione perché vuole fare senza i partiti, però non è che abbia tutti i torti. A questo punto ci provi con la minaccia Berlusconi: non si è mica ritirato a vita privata, è lì che aspetta, spera nella spallata e allora cosa sarà di noi? Vi rendete conto di quanto sia poco democratica la destra italiana?Non aspettavano altro: “Adesso basta votare per paura. Lo abbiamo già fatto, ma questa volta no. Non ci casco più”.Eppure il Paese ha bisogno di cambiare, di un grande disegno di innovazione, di coraggio, di voltare pagina…I programmi non contano, è la risposta, anche in quello di Prodi c’erano tante cose che non vengono fatte, per esempio l’abolizione delle leggi vergogna e invece hanno fatto l’indulto.Un po’ preoccupata per l’aria che tira ti rivolgi ai futuri leader. Sono sorridenti, distesi. Hanno dei sondaggi, dicono, assolutamente rassicuranti. La gente correrà a votare, ha capito che vogliamo cambiare l’Italia. Le liste non sono perfette? E’ stato l’ultimo atto della vecchia politica, non il primo della nuova. Insomma, ci fai anche la figura della pessimista di natura.

Comunque di quella che non coglie l’umore del Paese.Mi rifugio nel primo canto di Dante, e penso alla guida o alle guide che non ci sono e che forse nessuno, tranne pochissimi, cercano davvero.

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