Le primarie su YouTube

25 Lug 2007

Mancano ancora quasi sei mesi al voto delle Primarie con cui democratici e repubblicani sceglieranno i loro candidati, ma la campagna per le elezioni del dopo Bush ha già imboccato una via mai sperimentata prima con un rapporto Tv-video girato in casa che consente a qualunque cittadino del mondo di interrogare i candidati presidenti.
La Cnn ha creato il primo evento mettendo sullo stesso palco in South Carolina gli otto candidati alle Primarie democratiche: due ore che passeranno alla storia più per le domande contenute nei video selezionati fra i 3000 giunti a YouTube che per le risposte abbastanza scontate dei protagonisti. Due ore che segnano una rivoluzione come sostengono quelli della Cnn oppure una tappa scontata nel connubio sempre più stretto e inevitabile fra Internet, Tv e politica?
Qualcosa di nuovo è certamente accaduto ed è possibile che questa formula rappresenti effettivamente una occasione di incontro con la politica per i più giovani. Il semplice meccanismo di dover riflettere sulla domanda da fare e quindi sui problemi e temi che condizionano la propria vita crea comunque un contatto, segna un passo di avvicinamento fra universi spesso estranei.
Questo non significa però ancora che automaticamente si aumenti il grado di democrazia della gara elettorale. Già questo primo incontro organizzato e trasmesso dalla Cnn lunedì sera ha confermato che la necessità di compiacere chi ti interroga soprattutto se semplice cittadino elettore e non giornalista aumenta il grado di demagogia del candidato.


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n politico interrogato da una donna malata di cancro, da un vecchio paralitico o da un giovane disoccupato, i cui volti e le cui parole vedi e ascolti insieme a milioni e milioni di frequentatori del blog e di telespettatori potrà mai consentirsi risposte che non siano più che popolari.
In questo senso la novità YouTube-Tv aumenta forse la quantità della partecipazione, ma non la qualità e l’autenticità della democrazia.
“E’ inevitabile” ha scritto il “New York Times” “che la campagna presidenziale del 2008 si caratterizzi per una cultura popolare, o cultura del populismo” nella quale gli spettatori avranno l’ultima parola. Ma questo arrendersi della politica, questa diminuzione di autonomia e autorevolezza non sono una assoluta novità, una rivoluzione: i candidati sono già decisi a sostenere soltanto quelle scelte politiche e quelle proposte che sono premiate dai sondaggi e dai blog più affollati e popolari.
Bravi, comunque, gli autori dei video e splendide alcune delle loro domande, alcune delle quali non sarebbero mai venute in mente a giornalisti di razza. Semplice e importante quella rivolta a Hillary Clinton: “lei si considera una liberale? “Originariamente la parola liberal voleva dire che ti battevi per la libertà. Sfortunatamente “ ha spiegato la candidata “negli ultimi anni ha assunto un significato diverso, indica un modo di governare…io preferisco il termine “progresso” e dunque definirmi “una moderna progressista”.

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