La lezione della crisi

01 Mar 2007

Oltre cento i messaggi arrivati al nostro blog sulla crisi di governo e soprattutto sulla domanda “da cosa ripartire”, una volta che l’impasse istituzionale si fosse risolta. Il 90 per cento degli intervenuti mette al primo punto la modifica dell’attuale legge elettorale, ma anche il conflitto d’interessi e un autentico riassetto televisivo sono tra i provvedimenti da farsi subito, con coraggio e senza tentennamenti.
Molti ritengono che sia necessario accelerare sulla costruzione del Partito democratico e auspicano una rivoluzione “liberal” che permetta di tagliare le ali estreme della coalizione per consentire una effettiva stabilità di governo e, prendendo spunto dalle considerazioni di Andrea Manzella, si auspica una riforma del Senato. Timori, a quanto pare fondati, per la sorte dei “Dico” e per l’ulteriore abbassamento del tasso di laicità all’interno del centrosinistra. Si invoca da più parti un ricambio generazionale e politico, qualcuno sogna la senatrice Anna Finocchiaro capo del governo, ma anche le altre donne alla guida di ministeri vengono ritenute più affidabili e capaci dei loro colleghi. Tra qualche guizzo di disperato ottimismo prevale tuttavia lo sconforto, alcuni, i più anziani, quelli che non hanno mai perso un’elezione, giurano che non andranno più a votare, amarezza e disincanto aleggiano anche nelle analisi più fredde e razionali ma il collante è sempre lo stesso: disposti a tutto purché non torni Berlusconi.

Per dirla con le ultime parole dell’intervento di Marcella: “Anima e coraggio, per favore e andiamo avanti, laceri, contusi, tramortiti, ma andiamo avanti! “

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