Pd, verso Orvieto

02 Ott 2006

Redazione

Lo speciale: Partito democratico // Sì al partito democratico, che può nascere “dall’unione dei riformismi” con il contributo determinante dei cattolici democratici; sul fronte europeo, escluso l’approdo nel Pse, ma porte aperte all’idea di “ripensare le famiglie politiche europee” con “l’aiuto” in prima persona del presidente del Consiglio. Questa la sintesi dell’ultima giornata dei lavori di Chianciano, dove i Cattolici democratici si sono dati appuntamento per fare il punto sul partito che verrà, e alla quale hanno partecipato, tra gli altri, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Enrico Letta, il ministro dell’Istruzione Beppe Fioroni, il vicepresidente della Camera Pierluigi Castagnetti, il presidente dei deputati dell’Ulivo Dario Franceschini. Nella tregiorni dal titolo ‘I Cattolici democratici e il nuovo partito’, hanno preso la parola più di 1500 persone e si sono registrati 65 interventi.”Noi il partito democratico lo vogliamo fare e lo vogliamo fare seriamente”, ribadisce Castagnetti, che però ci tiene anche sottolineare “che in questa nuova casa che stiamo costruendo non vogliamo essere ospitati, ma essere padroni di casa alla pari degli altri”. Obiettivo numero uno è fare in modo che la Margherita “arrivi tutta insieme” all’appuntamento con il Pd, sottolineano Fioroni e Franceschini, dicendo “no alle tentazioni di aprire a divisioni”.

“Abbiamo di fronte – spiega il presidente dell’Ulivo a Montecitorio – un partito forte e abbiamo bisogno di tutta la sua forza” per andare avanti. La costruzione del nuovo percorso unitario, avverte infatti Franceschini, deve vedere un nuovo ruolo dei Cattolici democratici: “E’ venuto il momento di mettersi alla testa del rinnovamento senza alcun timore”. Serve dunque un’inversione di marcia rispetto al passato: “I cattolici democratici hanno sempre resistito alle novità, salvo arrendersi all’ultimo momento”, ricorda l’esponente dielle, chiedendo una svolta. Un invito, quello a non rinchiudersi nella torre di avorio che arriva forte e chiaro anche dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Letta, che ricorda l’episodio evangelico di Pietro e delle tre tende sul monte Tabor. “Scendiamo a valle”, è l’invito del sottosegretario, che tradotto suona appunto come l’incitamento a mescolarsi. Ma Letta guarda con molta attenzione anche la partita europea: “Dobbiamo smontare le famiglie politiche europee”, altrimenti è impossibile immaginare “un risultato positivo”, dice. Ancora più netto Franceschini: “Non possiamo andare nel Pse, semplicemente perché non siamo socialisti”, mentre “occorre lavorare con convinzione a rimettere in discussione le famiglie politiche europee”. Un obiettivo che può essere raggiunto anche grazie “all’aiuto del presidente del Consiglio – afferma Franceschini – che guida questo processo politico e come noi non è e non sarà un socialista”.

No, quindi, senza mezzi termini al Pse, che “non è una risorsa – dice Fioroni – e rischia di essere un peso”. La bussola che può orientare, dunque, per i cattolici democratici si chiama “sintesi”, evitando che il lavoro per dare vita al Pd sia costellato solo da rivendicazioni sterili della propria identità, senza per questo annacquare o negare radici e differenze.
Durante la tre giorni di Chianciano, evidenzia Castagnetti, “abbiamo ritrovato il gusto e il piacere di discutere di politica, non in modo nostalgico ma in modo libero, costruttivo e proiettato verso il futuro” e “soprattutto abbiamo potuto tornare a riflettere tra noi e lo abbiamo fatto perché siamo consapevoli dell’importanza storica per la nostra democrazia della costruzione del partito democratico”. Castagnetti dà appuntamento per l’anno prossimo a Chianciano e annuncia l’impegno a promuovere “alcune iniziative per contribuire a sciogliere i temi più significativi per la nascita del nuovo partito”, tra cui anche il contributo a “un’ampia riflessione che porterà ad una proposta legislativa di attuazione dell’art. 49 della costituzione in merito alla democrazia interna ai partiti”.

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