Pd, è ora di fare sul serio

08 Set 2006

Ci sono già state decisioni, anche congressuali, a favore del partito democratico. In parte il partito democratico c’è già, lo si è visto alle elezioni, lo si è visto nel programma per il governo del Paese, lo si vede in questi giorni che stiamo discutendo di finanziaria, esiste e pesa la posizione dei riformisti che stanno svolgendo un ruolo trainante e condiviso per il risanamento dei conti, la ripresa economica, le riforme per rendere più giusta e moderna l’Italia. È comunque ovvio che è arrivato il momento di mettere in campo una discussione vera, di cominciare a fare sul serio (come si dice a Firenze). Rilanciare, attraverso una serie di forti iniziative, un progetto politico coerente, per questo, gli amministratori locali possono apportare alla costruzione del partito democratico esperienza, contenuti e nuove energie.Il processo verso il p.d. deve aprirsi oltre i partiti e le istituzioni coinvolgere i giovani, le associazioni, singole persone che credono nella possibilità di arricchire la vita democratica del Paese dopo anni di antipolitica e di degenerazione del sistema democratico per contribuire direttamente alla costruzione del nuovo soggetto politico come base per ricostruire il principio stesso della vita democratica. Certamente sono determinanti le spinte dal basso, non a caso l’impulso che proviene dagli amministratori, dai sindaci e presidenti di province e regioni è importante e significativo perché è a questo livello che si sperimenta quotidianamente una dimensione della politica fondata sul rapporto stretto con i problemi dei territori e su una rete di relazioni reali con i cittadini.
La ragione di questo è dovuta al fatto che sono le città i luoghi principali delle comunità dove si vivono direttamente le contraddizioni del nostro tempo, dove ogni giorno bisogna saper rispondere, spesso in mezzo a mille difficoltà, con scelte locali a problemi di dimensione globale.Questioni economiche, integrazione di culture e religioni diverse, politiche per la sicurezza, politiche di sostegno ed assistenza, politiche per le infrastrutture, casa, servizi, trasporto pubblico, qualità dell’aria e dell’acqua.

Questi temi concreti rappresentano il corpus dei problemi che i cittadini vivono quotidianamente, io credo che la scelta del partito democratico serva per mettere in campo un importante strumento che comprende valori e obiettivi culturali e politici.
La discussione in corso sulla collocazione internazionale del nuovo soggetto riformista è delicata e importante, le varie posizioni vanno trattate con reciproco rispetto, certo non possiamo prescindere dal legame e dal rapporto con la forza più importante e rappresentativa del riformismo europeo cioè il PSE, noi, riformisti italiani, possiamo aprire una riflessione importante per tutti in Europa sullo sviluppo dei filoni delle varie culture politiche del secolo scorso, cosa sono state e cosa hanno rappresentato, ma anche il loro sviluppo e il loro futuro. Possiamo pensare anche ad andare oltre le originarie e diverse appartenenze, portando le nostre storie per costruire un luogo d’incontro pluralista: la casa dei democratici riformisti.
* Sindaco di Firenze e Presidente ANCI

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