L’eccellenza Italia: 100 casi di successo

12 Lug 2006

Nell’ultimo quinquennio, le analisi dell’Eurispes sull’economia italiana, grazie anche all’aumentata attività delle proprie sedi regionali, veri e propri sensori dei mutamenti socioeconomici sul territorio, hanno evidenziato, in maniera significativa, la capacità di intraprendere di vecchi e giovani imprenditori, la competenza organizzativa e tecnica di manager pubblici e privati, la proliferazione di esperienze produttive e organizzative di qualità e di eccellenza.Da qui l’idea progettuale che sarebbe stato giusto analizzare in maniera selettiva le più significative esperienze imprenditoriali, istituzionali e associative del nostro Paese, privilegiando quei casi di successo che per storia e filosofia di impresa, propensione all’innovazione organizzativa, qualità dei processi produttivi, innovazione di prodotto, hanno caratterizzato la più recente storia economica italiana.Nella fase di preparazione dell’indagine, l’Eurispes ha stabilito da subito che i criteri di selezione delle aziende non potevano discendere soltanto da uno schema rigidamente economicistico, o essere ancorati a parametri meramente quantitativi come il fatturato, la produttività, i ricavi e gli utili d’impresa. In una prospettiva più dinamica e arricchente, si è deciso di integrare i criteri squisitamente aziendali con altri parametri quali, per esempio, lo stile direzionale e il valore aggiunto attribuibile alla leadership dell’imprenditore, la capacità di innovazione e di adattamento delle imprese ai mercati esteri, la qualità sociale delle relazioni con il territorio di insediamento produttivo, l’originalità del prodotto o della gamma di prodotti, la capacità di generare un indotto rilevante in termini di reddito e occupazione, la rappresentatività territoriale, i contenuti simbolici del marchio, la qualità del clima aziendale e delle relazioni industriali.Per quanto riguarda poi le Istituzioni e le associazioni, si è preferito analizzare non soltanto il volume di affari o il numero degli utenti raggiunti dal servizio, ma anche e soprattutto la funzione sociale dei servizi forniti, il gradimento e la soddisfazione dei cittadini in relazione al servizio, la capacità di erogare prestazioni efficaci a dispetto, in diversi casi, delle esigue risorse che lo Stato e la collettività mettono a disposizione di questi Enti.All’internodi tale prospettiva tecnica e metodologica, sono state individuate, selezionate e studiate 100 realtà imprenditoriali e istituzionali, ma sicuramente possedevano il requisito dell’eccellenza centinaia, migliaia di altre imprese che conferiscono in maniera significativa immagine, prestigio e valore aggiunto al sistema Paese.

Si è trattata quindi di una scelta condotta sì con rigorosi criteri tecnici e scientifici, ma caratterizzata anche da caratteri di casualità a fronte di una struttura produttiva complessa, quella italiana, che può contare su una base di cinque milioni di imprese, in larghissima parte di piccola e media dimensione.I 100 casi selezionati rappresentano la metafora di un Paese che funziona nonostante le difficoltà del ciclo economico, i ritardi organizzativi e culturali di un certo modo di fare impresa, gli ostacoli prodotti da una burocrazia che disperde spesso energie vitali rendendo fragile la spinta al cambiamento, comprimendo le occasioni di sviluppo e le opportunità di crescita delle attività di impresa.La rappresentatività territoriale è confermata dalla diffusione e dalla capillarità delle imprese selezionate, che rappresentano per i tre quarti il Centro Sud, una scelta voluta anche per dimostrare che il Paese sta ricercando delle nuove ed omogenee traiettorie e omogenee di sviluppo, pur all’interno di modelli territoriali e produttivi specifici e distinti. Anche rispetto ai settori di attività economica, si osserva una rilevante trasversalità: sono rappresentati sia i settori tradizionali della manifattura italiana (tessile-abbigliamento, meccanica, arredamento, ecc.) sia quelli che hanno a che fare con le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione (dalla comunicazione, all’editoria, all’informatica) sia quelle immediatamente vocative della storia marinara italiana (per cui abbiamo società di navigazione e di trasporto marittimo, e della cantieristica navale) sia imprese appartenenti ai settori alimentare, agroalimentare e turistico, ai servizi di impresa, alla cultura e allo spettacolo.Nel Lazio si registra il più alto numero di eccellenze imprenditoriali selezionate (11) in particolare nei settori dei servizi alle imprese (Gsc Proxitalia, Protex, Siaed, Cnc), della formazione e della ricerca (Ateneo Impresa, Korus Research) e in quello agroalimentare (Archibusacci e Stelliferi).

Sempre nel Lazio il maggior numero delle istituzioni, degli enti e delle associazioni: Aci, Aimac, Auditorium Parco della Musica, Biblioteca Nazionale Centrale, Centro Alti Studi Difesa, Palaexpo, Istituto Regina Elena.Tra le altre regioni del centro Italia nove aziende sono state selezionate in Toscana e nove in Umbria con un’evidente trasversalità per quel che riguarda il settore industriale: eccellenze nel campo nautico, agro-alimentare, finanziario e in attività tradizionali come l’artigianato (Azimut-Benetti, Digitart, Vemar Helmets, Arnaldo Caprai, Cassa di Risparmio di San Miniato, ecc.) con un singolo caso anche nella domotica (Digitart in Toscana). Tre le imprese nelle Marche: Gruppo Marconi, Upper Spa e Indesit Company. Il sud Italia è rappresentato dalle dieci eccellenze campane, dalle cinque pugliesi, dalle quattro abruzzesi e da due aziende rispettivamente in Basilicata e Calabria. In quest’ultimo caso si è trattato della Amarelli, con i suoi prodotti ricavabili dalle radici di liquirizia e dalla Giacinto Callipo nota per essere stata una tra le prime aziende italiane ad inscatolare il pregiato Tonno del Mediterraneo pescato con il sistema delle “tonnare fisse”.In Puglia, un caso di successo anche nel settore finanziario (Banca popolare di Bari) e in quello della televisioni private (Telenorba), oltre che in quello alimentare (Divella), tecnologico/impiantisco (Guastamacchia) e dell’ITC (Svimservice). In Campania prevale il settore dell’abbigliamento e del tessile con tre casi di successo rappresentati dalla Imap Export, dalla Pdm spa e dalla Tesseci.

Delle otto eccellenze selezionate nelle isole, sei sono siciliane e due operano nella regione sarda. La Sicilia, con la Aicon Yachts, vanta una tra le più importanti e prestigiose società nel settore nautico, mentre Teatro Donnafugata rappresenta un grande strumento di valorizzazione artistica e culturale delle risorse di cui la regione dispone. La Sardegna viene rappresentata dall’Unione Sarda e dalla Plastwood, imprese operanti rispettivamente nel campo dell’editoria e della produzione dei giocattoli.Meno rappresentate, all’interno del rapporto, le regioni del nord Italia: tre in Emilia Romagna, cinque in Lombardia, una sola azienda nel Friuli Venezia Giulia (Banca popolare Friuladria) e in Piemonte (Travel Company). Una sola impresa, di fama internazionale, anche in Liguria (d’Amico navigazione).Molto più numerose le eccellenze nel Veneto (9): Bauli, Carel, Dainese, Galvene, Gruppo Sossai, Gruppo editoriale Edizeta, Inglass, Safilo e Tecnogamma.Le 100 esperienze inserite nel Rapporto contengono in sé i germi di una forte spinta psicologica, una energia positiva e vogliono rappresentare una iniezione di fiducia a beneficio di tutto il Paese. A queste eccellenze, a questi concentrati di vitalità organizzativa e di energia imprenditiva, va riservata una particolare cura e attenzione, da parte della politica e delle Amministrazioni pubbliche, un sostegno reale che ne assecondi il dinamismo, soprattutto attraverso la creazione di un ambiente circostante (economico, amministrativo, infrastrutturale e culturale) coerente e propulsivo, in grado di alimentarne lo sviluppo.
Per l’economia italiana il peggio è veramente alle spalle come da più parti viene ipotizzato?
Attraverso la lettura critica degli ultimi trend e delle dinamiche del sistema produttivo italiano, si registrano importanti segnali di ripresa e di inversione del ciclo produttivo che giungono dall’apparato produttivo nazionale.

Nello specifico a marzo di quest’anno, risultano in progresso il fatturato e gli ordinativi industriali, l’export ha ripreso a tirare, mentre le previsioni sulla produzione industriale e gli indici di fiducia degli imprenditori registrano a maggio 2006 significativi livelli di ripresa: la fiducia delle imprese si trova infatti oggi su livelli di 12 punti superiori rispetto al maggio 2005.In ogni caso la ripresa produttiva presenta dei contorni ancora molto fragili e incerti.Soprattutto perché il sistema politico ed economico italiano continuerà a confrontarsi con i persistenti problemi di equilibrio dei conti pubblici, di riduzione del deficit del bilancio statale, di ridimensionamento del debito pubblico, mentre il livello generale dei consumi si mantiene su livelli ancora troppo bassi per far ripartire decisamente la domanda interna. Inoltre, a livello continentale, le aspettative inflazionistiche sono in significativo rialzo (come testimonia la costante attenzione sui tassi posta dalla Banca centrale europea) e questo può rappresentare un fattore di freno agli investimenti produttivi e al rilancio dei consumi delle famiglie.In ripresa produzione industriale, fatturato e ordinativi – Gli indici della produzione industriale (tabella 1 e grafico 1) dei vari settori di attività economica mostrano nel primo trimestre 2006 (rispetto al 2003) un generale miglioramento, tuttavia persistono elementi di criticità nei settori tessile e dell’abbigliamento (-8 punti rispetto al 2003), pelli e calzature (-4,8) e dei mobili (-4).

Sempre in flessione, ma con valori più contenuti, è il settore della produzione di macchine elettriche e di apparecchi ottici e di precisione (-0,4).In generale si può affermare che i settori caratterizzati da produzioni a basso valore aggiunto sono quelli che continuano a scontare gli effetti della stagnazione che ha caratterizzato nell’ultimo quinquennio l’economia italiana, mentre i settori caratterizzati da produzioni con più alto valore aggiunto sono quelli che danno la spinta più forte per la ripartenza dell’economia italiana: chimici (+5,8 punti rispetto al 2003), prodotti in metallo (+7,4), mezzi di trasporto (+6,3), mezzi di trasporto (+6,3), meccanico (+1,6).
Il documento dell’Eurispes completo di tabelle e indici

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