Prodi: “Avanti veloce, o si cade”

04 Lug 2006

Redazione

“Se non andiamo a passo veloce, finiamo per cadere. Se ci si ferma, poi, riprendere il cammino sarà quasi impossibile”. L’incitamento di Romano Prodi alla creazione del partito unico giunge attraverso un videomessaggio, inviato dal presidente del Consiglio al primo Forum per l’associazione per il Partito democratico. I partiti attuali, spiega il premier, “hanno un’importanza fondamentale, enorme”. Cita Ds e Margherita e li definisce “insostituibili per la creazione del nuovo soggetto”. Ma, aggiunge, “dobbiamo andare avanti, creare un partito nuovo, aperto, perché c’è la necessità di uno schema che faccia fronte con più rigore alle nuove sfide. E perché il nuovo non si costruisce con il bilancino, ma con la fede in se stessi e la mente rivolta ai problemi dell’Italia”.
Nessun indugio per il presidente del Consiglio, per il quale “l’Ulivo ha il compito di essere il motore del governo, il punto di riferimento essenziale”. Premesso che “c’è molta più unità di quello che si crede”, il punto di riferimento del governo “non è sufficiente”: per questo bisogna “dare una mano al grande processo politico che, dalle primarie alla lista unica ai gruppi parlamentari, ci ha portato verso un cambiamento politico rilevante”.
Le difficoltà “sono enormi”, però “non devono spaventarci, ma spronarci”. Quindi – questa l’esortazione di Prodi – “bisogna andare avanti per costruire il grande soggetto politico di cui abbiamo bisogno insieme ai cambiamenti istituzionali per rafforzare il bipolarismo: la legge elettorale in stretto rapporto con l’opposizione per interrompere il processo di frammentazione”.

Da tutto questo, la necessità di tempi brevi. Per questo Prodi indica la strada di “una consultazione aperta e ampia per scrivere una Carta dei valori e le regole fondamentali del nuovo partito”. Perché “nessun partito può nascere senza l’idea di società a cui vuole ispirarsi. Lavoriamo insieme quindi, consapevoli che i valori riformisti non sono di tutta la società italiana, ma comuni a quelli che hanno condiviso l’esperienza dell’Ulivo”.
Servono “delle regole di democrazia interne fortemente strutturate, già previste nella Costituzione, che dovremo applicare sin dalla fase costitutiva del nuovo partito senza radicalizzazioni, senza estremismi”. Prodi aggiunge che “i soggetti coinvolti nella consultazione non dovranno coincidere con il perimetro di quanti già da oggi sono coinvolti nel partito democratico” e indica quindi nelle associazioni, nei movimenti, nei cittadini che hanno partecipato alle primarie, oltre che nei partiti, i soggetti a cui fa riferimento.
“E’ una sfida – insiste il presidente del Consiglio – grandissima. Quasi mai una forza nasce in modo razionale e meditato, di solito sono accidenti della storia. Noi invece dobbiamo lavorare passo dopo passo per questo partito moderno che unisca tutti i democratici e sia il baricentro riformatore e riformista”. “Pur riconoscendo l’importanza enorme e insostituibile di Ds e Margherita, è chiaro che dobbiamo andare più avanti rispetto ai due partiti come componenti fondamentali di un soggetto nuovo”.

Il presidente del Consiglio Romano Prodi insiste sulla necessità di aprire il Partito Democratico a cittadini e movimenti. “Un partito nuovo – afferma Prodi – aperto, che nasca da un lungo processo democratico e che si ispiri all’esperienza delle Primarie, e dia ai due partiti pilastri quella completezza di capacità di comprensione della società italiana”. Parlando dell’identità del Pd, per Prodi “non c’è alcun ostacolo per lavorare insieme in modo fruttuoso: perché i laici non possono accettare la sfida dei credenti sulla vita? E viceversa, perché non si può costruire un’etica civile che, rispettando la fede, non si sottragga ad un governo laico?”.

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