La prima prova è il 25 giugno

16 Mag 2006

Forse ci vuole anche questo, per tenere insieme il Paese e dargli un futuro.Ci vuole la favola bella della Roma trionfante nel sole, l’altare della Patria, i picchetti, gli onori e gli applausi, l’auto scoperta col vincitore e il vinto, i corazzieri, le lacrime, gli addii. E i colpi di cannone.Ci vuole anche questo e quei due vecchi che si salutano in mezzo al cortile del Quirinale, nella cerimonia intima e solenne, fra la cagnetta che si rotola al suono della banda e le alte uniformi.Ci vuole anche questo per tenere in piedi le nostre istituzioni traballanti, per le picconate dell’ultima legislatura, la più infausta.Ci vuole il passaggio di consegne fra questi due uomini che riconoscono nella Costituzione il fondamento della identità nazionale.
Ci vuole che per la prima volta nella storia, perché mai prima essa era stata così tanto contestata e umiliata, il testo della Costituzione fosse posato sul banco della presidenza, rilegato di verde e oro e su di esso abbia giurato Giorgio Napolitano.Da ora le istituzioni, lo Stato, concluso il capitolo aperto dalla fine del mandato di Carlo Azeglio Ciampi, sono più saldi. Un lungo periodo di interregno o un’elezione all’insegna di una forte discontinuità avrebbero rappresentato un pericolo nuovo. Si apre con Napolitano un capitolo caratterizzato dalla ferma volontà di contribuire alla serenità e alla pacificazione del Paese. Non in maniera astratta, ma entro il quadro di regole precise e ineludibili: Costituzione (che può essere rinnovata ma con l’ampia partecipazione delle forze politiche), ruolo del Parlamento, autonomia della magistratura, legalità, pace, tutela del lavoro, dei giovani, dei più poveri, pluralismo dell’informazione e infine, per la prima volta citato in maniera così determinante, il contributo dinamico della società civile.I principi di una sana, giovane e forte democrazia.

Ora tocca alle forze politiche muoversi nel solco tracciato dal nuovo presidente: la prima prova è quella del 25 e 26 giugno, bocciare senza tentennamenti, ammiccamenti e incertezze la odiosa seconda parte della Costituzione che spacca il Paese e mortifica il Parlamento, votata dalla Casa delle Libertà, senza che all’opposizione fosse concesso di proporre e di fare approvare modifiche di sorta. Una Costituzione assolutamente di parte.

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