Con la giustizia non si scherza

02 Mag 2006

Redazione

Nel momento in cui Prodi si accinge a proporre la lista dei ministri del nuovo governo di centrosinistra, Libertà e Giustizia gli rivolge un appello affinché la persona che sarà designata a ricoprire l’incarico di ministro della giustizia abbia le caratteristiche indispensabili a raccomandarla per questo gravoso compito.
Libertà e Giustizia ha cercato in questi anni di contribuire concretamente alla riflessione sui problemi della giustizia e di favorire il dialogo tra le diverse componenti del centrosinistra su questo tema, di vitale rilievo per la nostra associazione.
Ora, si tratta di far ripartire l’iniziativa riformatrice sulla giustizia. Infatti, dopo il quinquennio berlusconiano, il sistema giustizia nel nostro paese costituisce più che mai un terreno gravemente problematico: la giustizia è stata negli scorsi anni oggetto di strumentalizzazione, di interessi personali e di scontro istituzionale e politico, mai di interventi autenticamente riformatori.
I problemi e l’inefficienza che caratterizzano questo ambito fondamentale della vita nazionale – e che avevano iniziato a essere sistematicamente affrontati nel primo governo Prodi – si sono dunque drammaticamente aggravati negli ultimi anni e permangono irrisolti, come Ciampi ha appena ricordato nel suo discorso al Csm.
Fornire ai cittadini una giustizia efficiente e credibile amministrata da una magistratura indipendente e seriamente preoccupata a far sì che tutti gli italiani siano uguali davanti alla legge significa dotare finalmente il nostro paese di un sistema giudiziario all’altezza della sua collocazione in Europa, realizzando così uno degli obiettivi cruciali e qualificanti del futuro governo di centrosinistra.
A tale fine, è indispensabile che l’incarico per la giustizia venga affidato a una persona dotata di specifica e riconosciuta competenza ed esperienza, sia tecnica che politica, in questo settore.

Una persona che deve essere in grado di raccogliere e unificare il lavoro svolto in questi anni dagli operatori della giustizia – magistrati, avvocati e amministrativi – in un progetto di riforma fondato sul dialogo tra le varie componenti e finalizzato alla ricostruzione di un sistema fondamentale per la qualità della vita sociale e per l’immagine dell’Italia a livello internazionale.

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