Le parti invertite

20 Feb 2006

In questa campagna elettorale le parti sembrano rovesciate. Il telespettatore, ma anche il lettore, si trova quotidianamente di fronte a un’alluvione di notizie manipolate, di invettive di bassa lega e di commenti quasi sempre propagandistici, dai quali risulta che l’opposizione è l’imputato mentre la maggioranza di governo è il pubblico ministero. Perchè? E poi: a chi giova? Il primo interrogativo richiederebbe un’analisi più approfondita delle ragioni per cui il centro-sinistra si è fatto trovare più volte impreparato rispetto alla cinica fantasia “politica” e al movimentato gioco delle parti di Berlusconi e soci. Ragioni, si dirà, complesse per l’eterogeneità ideologica dei componenti dell’Unione, per le loro diffidenze reciproche, per la conseguente e manifesta incapacità di accordarsi su una strategia immediatamente unitaria e visibile, con l’evidente impossibilità di concordare le diverse tattiche politiche secondo una logica convergente.Tanto che oggi, si può (poco) tranquillamente concludere che quello che si è perso nei mesi scorsi non è certo sicuro di poterlo recuperare prossimamente, anche se un impegno comune per trovare alla svelta un codice comunicativo minimamente coerente e costruttivo è ancora possibile. Lo impone una situazione di emergenza dovuta non solo alla confusione dei messaggi che caratterizzano il centro-sinistra agli occhi dei cittadini, ma anche all’incalzare del tipo di campagna scelta dal centro-destra. Campagna inevitabilmente incentrata sulle incoerenze e sulle “prove di inaffidabilità” della coalizione avversaria.

E’ ovvio, quindi, che se il giudizio deve essere istruito su ciò che ha fatto o non ha fatto l’attuale governo, se al centro dell’attenzione pubblica deve tornare la scellerata politica di destrutturazione dello stato democratico, con tutto ciò che vi è collegato in termini di interessi economici e sociali clamorosamente personali e prevaricanti, l’Unione dovrà porre rimedio una volta per tutte. A Berlusconi e soci conviene continuare a promettere l’Eldorado, o a sventolare i gagliardetti del filoamericanismo, o a insistere sui pericoli dell’immigrazione, dei pacs, della droga. Questi, con l’enfatizzazione dei conflitti interni all’Unione, sono gli argomenti privilegiati della loro propaganda. Sul resto (economia, Europa, imprese, lavoro, scuola) non possono aprire bocca. Temi, invece, sui quali l’opposizione, se unita, potrebbe ottenere un grande consenso. E’ stato un grave errore non aver tradotto unitariamente il megatesto programmatico, di cui tanto si parla , in una breve e chiara lista di priorità di governo significative e indiscutibili ( tra cui la Tav della Torino-Lione è solo un esempio propedeutico per la futura affidabilità di governo).Si ricordi, a questo proposito, cosa chiesero quei cittadini che affollarono i seggi per le primarie: unità, chiarezza e capacità di decidere qui ed ora, magari a maggioranza.

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