Per il governo della Regione Sicilia

24 Gen 2006

A quasi 60 anni dalla proclamazione dello Statuto autonomistico, è legittimo chiedersi se l’autonomia regionale sia ancora attuale o non costituisca, piuttosto, un handicap per lo sviluppo della regione stessa. Si è solo, sostanzialmente, concretizzata una duplicazione delle funzioni statali che alimenta una macchina burocratica forte di oltre 16.000 addetti diretti, cui si aggiungono decine di migliaia di addetti indiretti che sono comunque a carico del bilancio regionale. La riprova di quanto si afferma sta nel fatto che l’80% del PIL della regione deriva dal terziario e solo il 20% da attività produttive in genere.La complessità e la difficoltà della situazione politica siciliana, richiederanno al nuovo governo regionale che sarà eletto nella primavera del 2006, azioni forti e decisioni di rottura rispetto alle politiche clientelari del passato e l’affermazione di principi di legalità e di lotta alla criminalità organizzata nazionale e trans-nazionale. E’ necessario, infatti, promuovere un definitivo scontro tra economia legale ed economia illegale, quella che cerca di accumulare profitti illeciti ed il consenso politico-sociale finalizzato a perpetuarli.D’altro canto, si ha nella regione una scarsa propensione alla imprenditorialità. Ciò dipende in parte da storiche caratteristiche di individualismo e di diffidenza reciproca che frenano in direzione dell’organizzazione associativa del lavoro ed in parte dipende dalla bassa dotazione infrastrutturale e dalla presenza della criminalità organizzata.

Tutto ciò ha portato, nelle poche realtà produttive autogene, ad una polverizzazione della base produttiva e ad una marginalizzazione delle imprese. Una visione di un possibile sviluppo socio-economico della Sicilia nei prossimi 10 anni è invece quella di un’isola internazionalmente riconosciuta per la qualità della vita: qualità dell’aria, dell’acqua (dolce e salata), del paesaggio (costiero ed interno), dell’urbanistica, del suo patrimonio culturale, dell’energia prodotta da fonti pulite e rinnovabili, per non parlare poi della qualità dei “cervelli” siciliani che potrebbero non partire o, addirittura, tornare o attrarre “cervelli” esteri a stabilirsi in Sicilia per dedicarsi alla ricerca, alla produzione di conoscenza e alle diverse attività direzionali e di servizi che qui si potrebbero insediare tenuto conto della particolare posizione geografica. Quali potrebbero essere allora gli assi portanti di un possibile sviluppo economico della Sicilia?Questo documento è un contributo, ovviamente iniziale e non esaustivo, per avviare una discussione programmatica da svolgersi sui molti tavoli attorno ai quali chiamare le competenze esistenti. VALORI E FINI DI RIFERIMENTO1) Valori su cui costruire una nuova politica: riaffermare un codice etico della politica 2) Valori su cui costruire una nuova Amministrazione Pubblica: favorire una sana competizione ed una reale meritocrazia assicurando però a tutti pari opportunità; garantire il massimo di trasparenza in ogni atto della P.A.3) Valori su cui costruire un nuovo sviluppo: affermare il primato del lavoro e del prodotto di qualità; affermare il primato della qualità del servizio reso dalla P.A.; garantire il massimo di trasparenza negli atti intercorrenti fra la P.A.

ed i privati4) Valori su cui costruire una nuova mentalità dei giovani; favorire una sana competizione unita alla giustizia sociale ed alla solidarietà verso i più deboli5) Valore della vocazione culturale siciliana; rivalutare l’identità culturale siciliana6) Valori della salute e del benessere sociale; riaffermare il primato della persona sugli interessi economici;  riaffermare il primato della professionalità sulla appartenenza politica AZIONI CORRISPONDENTI1) Azioni per costruire una nuova politica; Per non esser candidati ovvero esclusi o sospesi da cariche pubbliche, è sufficiente aver subito un rinvio a giudizio; Per incentivare la produttività dell’Assemblea Regionale e la qualità del suo lavoro, stabilire l’incompatibilità fra l’incarico parlamentare e qualunque altro incarico pubblico; Ridurre l’eccesso di leggine di scarso peso normativo e forte valenza clientelare e concentrare, invece, l’attenzione dei lavori parlamentari su leggi necessarie di grande respiro (es. Legge-quadro sul Turismo); Modificare e semplificare il bilancio della Regione per renderlo comprensibile e simile a quello delle imprese.2) Azioni per costruire una nuova Amministrazione Pubblica; Riconvertire nell’arco temporale della legislatura il 20-30% della spesa corrente trasformando in strutture ed organismi produttivi quelli che ora non lo sono; Riforma della Struttura organizzativa della Amministrazione Regionale• Creare con la riutilizzazione e la riconversione di strutture e personale esistenti: l’Assessorato Scuola, Università e Ricerca scindendo le competenze dell’esistente Assessorato unico dei BBCC e PI; che coordini il funzionamento delle istituzioni scolastiche le quali, con la riforma in senso federalistico dello Stato, passeranno completamente nelle mani della Regione; che coordini e sviluppi tutta l’attività di ricerca nelle Università e nei Centri di Ricerca in Sicilia, privilegiando le vocazioni territoriali (Mare, Vulcani, materie prime locali) ed i collegamenti successivi con il mondo del lavoro (innovazione e trasferimento tecnologico); che riformi il sistema della formazione professionale tenendo conto del sistema produttivo e delle sue reali esigenze; l’Assessorato alle Risorse Umane; che fornisca servizi di formazione continua per la riconversione del personale regionale.I dipendenti della Regione Sicilia sono 14.887 (dati 2003: 2.237 dirigenti, uno ogni 6,7 dipendenti) con retribuzioni di 689 milioni: rappresentano un costo o un investimento? Il personale regionale vale il suo costo o siamo in presenza di uno “stipendificio”? Il personale della Regione è da ascrivere allo “stato patrimoniale” o al “conto economico”? Se, innegabilmente, rappresenta un costo, il personale regionale potrebbe sempre più diventare un investimento.

Ma come? Valorizzandolo in termini di efficacia ed efficienza mediante un costante lavoro di formazione, motivazione e incentivazione e destinandolo alle effettive esigenze. La qualità della burocrazia è un fattore primario di sviluppo e di attrazione di investimenti.- l’Assessorato per le Attività Produttive e l’Innovazione che possa assorbire e coordinare le competenze necessarie alla nascita ed allo sviluppo di attività produttive ed unificare le procedure burocratiche (ad es. coordinare le attività agricole con le strutture dei trasporti, le attività della ricerca con i distretti industriali, le attività dell’artigianato con quelle del commercio e del turismo, ecc.). – il Centro Regionale per l’Informatizzazione Diffusa (CRID) per realizzare la piena integrazione e governabilità delle parti del sistema Sicilia e per interfacciarlo con l’esterno (è indispensabile la partecipazione di partner tecnologici forti ed affidabili) – Creazione di una infrastruttura di rete regionale a larga banda- E-governmentSistema Informativo Regionale (cruscotto di comando per l’ e-gov) RUPAR (Rete Unitaria Pubblica Amministrazione Regionale) che colleghi tutti gli EE.LL. Regionali e li interfacci con la RUPA- E-commercePiattaforma regionale (in collegamento con il costituendo Istituto per il Commercio Regionale)- E-learningPervasività della conoscenza (struttura di e-learning regionale-mediterranea in collegamento con l’Ass. alla P.I. per la trasformazione del sistema della formazione regionale e per la formazione continua) – E-healthOspedali in rete CUP (Centro Unico Prenotazioni)e-procurement per approvvigionamenti trasparenti e con massima economia- E-logistics La Sicilia come piattaforma logistica del Mediterraneo in ottica 2010 (Area di Libero scambio, accordo di Barcellona)Rendere la Sicilia (che è al centro del Mediterraneo e sulle grandi rotte commerciali con l’Oriente) centro di distribuzione e di servizi di trasporto e stoccaggio virtuale (es.

Fedex, ) creando opportune partnership con Aziende leader del settore (Fedex, DHL, UPS, …)- E-impresaIntegrazione distrettuale delle aziende per maggiore economia di scala per realizzare distretti produttivi virtuali (di cui si parla più avanti)Promozione di società miste o partnership con grandi aziende del settore del TIC (Tecnologie dell’Informazione e delle Telecomunicazioni)- E-ambienteEcosistemi sostenuti da iniezione di tecnologia (Rilievi fotogrammetrici e Sistemi Informativi Territoriali per applicazioni in tutti i campi possibili (dalla gestione delle acque a quella delle coste…)- E-Sicily, portale SiciliaOspedali, scuole, teatri, biblioteche, musei, università, laboratori … : tutto in rete Politica bancaria- Uscire dalle partecipazioni nel sistema bancario: coerentemente con quanto la Regione ha fatto nel 1999 uscendo dalle partecipazioni regionali e rinunciando quindi al ruolo di imprenditrice, la stessa cosa oggi dovrebbe fare con le partecipazioni bancarie. La vendita della partecipazione della Regione in Capitalia può generare risorse da destinare allo sviluppo di nuove imprese e all’innovazione intervenendo su problemi specifici (brevetti, servizi di consulenza direzionale, rimozione degli ostacoli all’accesso al credito tramite garanzie bancarie, …). Lo stesso concetto dovrebbe essere attuato per quanto riguarda l’IRFIS, l’IRCAC ed il CRIAS, tutti enti a partecipazione della Regione, le cui finalità originarie, già discutibili in quanto rappresentavano sostanzialmente un doppione di analoghe attività bancarie, sono state sempre più disattese e sostituite dalle funzioni delle banche ordinarie.Lotta radicale alla mafia – sostenere organizzazioni di mutuo sostegno (pizzo, usura, …) e le organizzazioni giovanili di concreta lotta alla mafia (tipo Addiopizzo, …) – utilizzare i patrimoni frutto di riciclaggio, in Italia e nel mondo, sollecitando il potenziamento della legislazione nazionale in materia e finanziando, con tali risorse, la riconversione del territorio e delle città (vedere più avanti “ Mezzi per finanziare lo sviluppo”)Politica per l’ambiente– Coinvolgimento diretto di organizzazioni ambientaliste (FAI, WWF, …) con convenzioni- Garantire la funzionalità dei depuratori per assicurare la qualità delle acque- Assicurare un approccio scientifico ad una politica di contenimento, recupero e smaltimento dei rifiutiPolitica della creatività – Bandi per idee innovative nelle scuole medie inf.

e sup. ed università – Concorsi di idee per giovani dell’area mediterranea e successiva incubazione con sponsorship di grandi aziende- Promuovere la conservazione di attività artigianali di antica tradizione (es. argentieri, gioiellieri…) Mezzi finanziari per lo sviluppo– Rendere fruttifero il patrimonio immobiliare della Regione (vedi ad es. il piano Guarino a livello nazionale) con assoluta esclusione dei Beni Culturali e dei loro contenitori – Utilizzare le risorse finanziarie provenienti dalla dismissione delle partecipazioni bancarie (vedi quanto detto sopra nel punto “Politica bancaria”)- Il fatturato delle mafie, secondo stime della Procura Naz. Antimafia, ammonta a circa 100 miliardi di Euro all’anno. Si propone quindi di operare d’intesa con il Governo Nazionale per una riforma della legge Rognoni-LaTorre e delle altre leggi sulla confisca dei beni mafiosi, secondo lo schema di intervento seguente:1) utilizzo di risorse esterne all’apparato dello Stato, pagate solo a risultato conseguito, per il lavoro di intelligence nella ricerca dei patrimoni illegali (il commissario straordinario della Parmalat, Bondi, ha utilizzato efficacemente la agenzia multinazionale statunitense Kroll per individuare il tesoro di Tanzi; la stessa agenzia aveva individuato in precedenza il tesoro di Saddam Hussein, dei Marcos, …)2) costituzione di un gruppo di magistrati specializzati, capaci di cooperazione giudiziaria internazionale, che si occupi di verificare le prove addotte da tale lavoro di intelligence sulla riconducibilità di beni (società, terreni, attività finanziarie, ecc.) a prestanomi di mafiosi, sia in Sicilia che in Italia e all’estero.3) costituzione di un “ fondo di gestione” di detti patrimoni sequestrati e poi confiscati, affidato a istituzioni internazionali di grandi dimensioni e quindi poco condizionabili (es.

banche d’affari estere).4) tale “ fondo” dovrebbe finanziare un programma di riconversione del territorio e delle attività economiche ad esso connesse (es. riacquisto di case abusive sanate e di seconde case per modificare il loro impatto sul valore pubblico ed economico del paesaggio, …) per il ripristino di un contesto ambientale delle coste e delle aree urbane coerente con una visione moderna e sostenibile di utilizzo dell’ambiente 5) In base alla stessa Rognoni-La Torre riformata, la Regione Sicilia potrebbe poi farsi anticipare le disponibilità finanziarie necessarie alla realizzazione di tale programma di risanamento con le normali tecniche di ingegneria finanziaria che attualizzino i flussi finanziari futuri; la Regione potrebbe anche valutare, prudenzialmente, il credito al risarcimento del danno che, come soggetto politico-istituzionale di rappresentante di una popolazione e di un territorio che ha subito il danno, potrebbe vantare nei confronti di chi, con la sua condotta criminale, ha determinato il mancato sviluppo economico dell’Isola e successivamente cedere al mercato finanziario tale credito attraverso un’operazione di cartolarizzazione.6) La lotta ai patrimoni illeciti potrebbe anche costituire una opportunità per le aree nelle quali il riciclaggio viene consumato (ad es. in Spagna o Croazia), incentivando in tal modo il massimo di interesse e cooperazione internazionale. Se, ad es., un’area di valore 100, in una zona a forte vocazione turistica, è riconducibile al mafioso Tizio, nella vendita successiva alla confisca non sarà necessario pretendere 100, ma sarà sufficiente ottenere anche meno, consentendo a forze economiche sane locali, verificate con le dovute garanzie, di concludere un affare vantaggioso.

Azioni per costruire un nuovo sviluppoAzioni trasversali (che interessano tutti i settori produttivi)- Creazione dei distretti produttivi virtuali, con il superamento della tradizionale concezione del distretto produttivo legato al sistema aggregato di imprese ubicate in un’area ristretta di territorio, allargando gli ambiti di riferimento secondo vocazioni per settori merceologici che possano interessare l’intera Regione- Riforma delle Camere di Commercio che, da organismi burocratici dovrebbero trasformarsi per svolgere una reale funzione di offerta di servizi allo sviluppo dell’imprenditoria locale..- Creazione di una cabina unica di regia e indirizzo, con un unico regolamento, per i 73 consorzi con fidi esistenti in Sicilia, stimolandone l’aggregazione – Sollecitare il rifinanziamento della L.488/98 sugli sgravi fiscali per le nuove assunzioni (non è più stata finanziata)- Forte impegno del Governo Regionale e di quello nazionale perché, nella nuova fase di programmazione dei fondi comunitari per il periodo 2007-13, che vedrà ancora la Sicilia inserita fra le Regioni rientranti nell’obiettivo 1, sia assicurata la destinazione di almeno l’1,24% del PIL europeo – Impegno del Governo della Regione a indirizzare una consistente parte delle risorse della programmazione alla riduzione del deficit infrastrutturale e contemporanea forte richiesta al governo nazionale per adeguare il sistema infrastrutturale di propria competenza (es. completamento del raddoppio ferroviario della Messina –Palermo, realizzazione almeno di una superstrada Ragusa-Catania, completamento della autostrada Catania-Gela, realizzazione di una superstrada Agrigento-Palermo, realizzazione dei collegamenti ferroviari e autostradali fra i porti di Palermo e di Catania, creazione di un hub aeroportuale in Sicilia per la logistica di merci ed i flussi turistici e di affari) – La Regione ha fatto un uso improprio dei fondi strutturali dedicandoli alla spesa corrente invece che alla riduzione del divario siciliano rispetto alle aree più avanzate del Paese e li ha peraltro utilizzati in misura ridotta in relazione alle disponibilità.

Quindi si propone di concentrare su pochi interventi strategici, in raccordo con quelli nazionali, le misure previste dal POR per tentare di ridurre alcune criticità strutturali e per affermare processi virtuosi di valorizzazione delle risorse regionali.- Richiedere con forza allo Stato una fiscalità di vantaggio per le imprese operanti in Sicilia in quanto regione con tenore di vita basso e con forte disoccupazione (art.87, par.3, lett.a del Trattato) ed esposta ai rischi legati alla prossima introduzione del federalismo fiscale.Agricoltura- Produzioni di qualità: riaffermare l’identità dei sapori autoctoni contro l’omologazione dei sapori globalizzati, anche a vantaggio turistico dell’identità del territorioCommercio- grande distribuzione e commercio al dettaglio: riconsiderare in chiave moderna il loro rapporto legando il commercio al dettaglio più alle produzioni locali e al circuito del fresco;- Creazione di un ICR (Istituto del Commercio Regionale) per l’attività di promozione all’estero dei prodotti dell’agricoltura e della pesca siciliane, con la creazione di un marchio unico di qualità. I componenti dell’ICR dovrebbe essere nominato dal Governo della Regione e composto esclusivamente da persone provenienti dal mondo della produzione e del commercio.Ricerca- investire massicciamente nella ricerca e nell’innovazione tecnologica dei settori trainanti dell’economia siciliana- incentivare produzioni e servizi di qualità e di eccellenza nei settori trainanti del made in Sicily; – ripetere l’esperienza dell’Etna Valley nel campo dell’innovazione e della ricerca applicata, con il coinvelgimento di altre multinazionali e stimolando la crescita dell’indotto- Creazione di un fondo regionale per la ricerca avanzata, affidato ad una Authority autonoma nominata dal Governo Regionale e composta da persone di chiara fama (siciliane e non) provenienti dal mondo dell’Università, dell’industria dell’agricoltura-pesca e del commercio.- Fiscalità di vantaggio e detassazione degli utili delle aziende che investano consorziandosi per la ricerca in rete.Territorio- pianificazione e riconversione del territorio (città e coste) (vedere a questo proposito quanto già detto a proposito di “Mezzi finanziari per lo sviluppo / Riforma della legge Rognoni-LaTorre / punto 4” )- stop alle sanatorie e sanzioni certe per gli abusi edilizi – difesa delle aree di rispetto delle coste, – realizzazione del piano urbanistico (linee guida indicate fin dal 2003 da un comitato di esperti nominati dalla stessa Regione e finora disattese) – rispetto delle indicazioni geologiche degli esperti per evitare i disastri conseguenti ai frequenti fenomeni naturali.Energia- puntare decisamente, contro tutti gli interessi contrari in gioco, sulle fonti energetiche alternative agli idrocarburi e le relative tecnologie, incentivando il risparmio energetico.- energie rinnovabili: investire sulle energie eolica, fotovoltaica, solare termodinamica (es.: il progetto ENEL-ENEA “Archimede” di Priolo è un’occasione perduta?);Finanza- Utilizzo di strumenti finanziari come i fondi di private equity per sostenere la crescita di imprese innovativeImpresa- favorire la costituzione di imprese giovanili, specie quelle in joint venture con affermati imprenditori nazionali ed esteri (così come fanno i Paesi emergenti per attirare investimenti e know-how).- Politica del credito per il lavoro (Mutui anche ai precari della legge Biagi) – Drastica riduzione e semplificazione delle norme esistenti per costituire un’impresa (es.

Sportello Unico Regionale informatizzato, certificati antimafia, …) ed accentuazione dei controlli a posteriori affidati agli organismi ispettivi della Regione e dello Stato.Il sostegno alle aziende – Investimenti pluriennali di tipo valutativo (L.488) – Investimenti una tantum di tipo automatico (credito di imposta) – Investimenti pluriennali di filiera di tipo negoziale (contratti d’area, patti territoriali, contratti di filera) Sistemi Informativi di filiera Indotto delle produzioni guida (STM, FIAT, ENGINEERING…) – Creazione di organizzazioni di mutuo sostegno (contro pizzo, usura, …) – Incentivi al rientro degli emigrati di successo. Analogamente a quanto fatto con i contratti di formazione e lavoro, si potrebbe incentivare il rientro di manager di origine siciliana e non attraverso una legislazione che offra alle imprese un contributo per l’acquisizione, anche temporanea, di risorse manageriali qualificatesi in Italia e all’estero.- Politica fiscale d ‘attrazione dei capitali (tipo Irlanda) – Favorire la creazione di nuove imprese, specie giovanili, con i seguenti provvedimenti:destinare parte delle risorse finanziarie usate per la formazione professionale per fornire gratuita consulenza qualificata a nuove iniziative imprenditoriali (business planning, project assessment, project management, promozione di joint venture con società internazionali portatrici di un prezioso know-how, …) e garantirne l’accesso al credito favorendo così, a livello sociale, la libertà economica di una generazione di giovani che li riscatti dalla mediazione politica tradizionale e li allontani da scelte di malavita.Azioni per costruire una nuova mentalità nei giovaniInternazionalizzazione delle esperienze- Promuovere periodi di lavoro all’estero per i giovani con incentivi per il ritorno – Accordi di tirocini all’estero per neo-diplomati, giovani artigiani, … Azioni per costruire un percorso di riappropriazione della cultura siciliana– Beni culturali- invertire le prassi politiche dei tagli di bilancio con conseguente chiusura di musei, mancata attuazione dei parchi archeologici (con l’unica eccezione del parco di Agrigento), carenza di dotazioni professionali delle singole strutture ed assunzioni clientelari di personale precario non qualificato, disinteresse per il restauro di importanti siti che rischiano di andare perduti, polverizzazione delle risorse in avvenimenti di scarsissimo rilievo scientifico – valorizzazione in chiave economica, ma non banalmente commerciale, dei beni culturali e archeologici, una delle poche risorse immediatamente spendibili – attuare politiche di assunzioni di personale qualificato con procedimenti di selezione per pubblici concorsi o di riqualificazione del personale esistente in modo di soddisfare una richiesta turistica sempre più preparata – liberare le soprintendenze da incombenze improprie e delegare compiti di sorveglianza e di autorizzazione ai Comuni- Concentrare le risorse finanziarie disponibili in poche, grandi manifestazioni culturali di grande richiamo scientifico e di immagine, piuttosto che disperderle in una miriade di piccoli avvenimenti- Mettere in rete l’organizzazione museale esistente, razionalizzando l’ubicazione delle collezioni di dotazione raggruppandole, ove possibile, per temi omogenei ( ad es.

il barocco) con vantaggi in termini di afflussi di visitatori e di economie di scala per la gestione del personale e dei sistemi di sicurezza.- Potenziare il sistema delle biblioteche e degli archivi regionali, dotandoli di attrezzature moderne e di personale qualificato. Turismo – Il 52% delle presenze turistiche in Italia è legato all’attrazione delle città e dei siti d’arte ma, malgrado il suo patrimonio culturale, la Sicilia non rientra fra le prime 10 destinazioni. Si propone quindi di attuare una politica di investimento sui Beni Culturali e sul turismo culturale di qualità (invertendo la politica economica dell’attuale governo che ha operato pesanti tagli proprio ai settori culturali) compatibile con uno sviluppo industriale eco-sostenibile, dal momento che non è pensabile che sia solo il turismo a risolvere i problemi del mancato sviluppo. – Disincentivare il turismo di massa o low-cost puntando invece sulla specificità delle offerte e sulla innovativa creatività delle proposte (ippoturismo, turismo in bici, golf, …)
Azioni per costruire un sistema sanitario a misura delle persone– Intervenire sulla formazione e preparazione del personale direttivo degli ospedali (è assurdo, ad es. che un Direttore Generale di una ASL possa provenire anche dal settore del credito: l’Università Bocconi ha istituito master in dirigenza ospedaliera)- Intervenire sui procedimenti di selezione dei primari ospedalieri, limitando i poteri decisionali dei D.G.

ed integrandoli con poteri decisionali di pari valenza da parte di altri primari per limitare l’influenza della componente politica nella scelta e riaffermare il primato della competenza professionale.- Intervenire sui procedimenti di formazione nelle scuole di specializzazione attraverso una maggiore pratica nelle esercitazioni e la stipula di convenzioni con scuole di specializzazione italiane ed estere, per un maggiore scambio di informazioni specifiche e di pratiche nuove – Intervenire sulla preparazione e sulla formazione del personale parasanitario (ad es., nella regione vi è carenza di strumentisti in sala operatoria, figure parasanitarie che vengono sostituite da medici che quindi vengono sottratti alle loro specifiche competenze professionali). Sarebbe anche importante provvedere a corsi di riqualificazione del personale in atto in servizio, ad opera dell’Assessorato alle Risorse Umane, di cui si è proposta la creazione in altro punto del programma. – Intervenire sulla assistenza sanitaria domiciliare, attraverso una ricognizione di tutte le patologie che potrebbero essere curate al domicilio del paziente, con la conseguente riduzione delle spese ospedaliere, dei tempi di degenza e, addirittura, della riduzione del numero dei reparti ospedalieri. – Adottare il nuovo Piano Sanitario Regionale, non rinnovato dal 2002. – Estendere le competenze di tipo sociale all’Assessorato Reg.le alla Sanità (applicazione delle leggi 328/2000, L.R. 68/81, L.R. 16/86). – Effettuare un censimento ed un’analisi di tutte le strutture ospedaliere della regione, per avviare processi di razionalizzazione delle stesse ed istituire un Centro Unificato per le Prenotazioni (C.U.P., telef.

119) – Rendere effettivi i parametri previsti dalla CONSIP per gli acquisti centralizzati delle forniture ospedaliere, attraverso consorzio tra le ASL.

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