Per amore del caos

Si era detto che la fine della legislatura non sarebbe stata un affare da poco. Era stato previsto che Berlusconi non se ne sarebbe andato senza creare problemi di democrazia, spingendosi fino a terreni non sperimentati nella storia repubblicana: ebbene, nelle ultime ore il Cavaliere ha imboccato la strada che lo porta proprio laggiù, a forzare oltre i limiti la Costituzione e la storia istituzionale del nostro Paese. Cosa vuole davvero Berlusconi? Certamente più giorni senza par condicio, certamente più tempo per approvare leggi che gli interessano moltissimo.Ma con la sua uscita di stasera egli tende a portare il caos nella vita politica e civile: elezioni a maggio significa puntare al famoso ingorgo istituzionale che prima aveva detto di voler evitare. A giugno scade infatti la XIV legislatura, ma negli stessi giorni scade anche il settennato di Ciampi. E’ il nuovo Parlamento che deve eleggere il nuovo Capo dello Stato, ma chissà che in questa frenesia di inventare rimedi all’inarrestabile declino Berlusconi non preferisca comunque il caos , l’ingorgo, appunto. Quel caos nel quale non si sa mai cosa può accadere, persino di vedersi avvicinare per qualche ironia della sorte la poltrona più alta di tutte, quella del Quirinale.Forse ancora un approdo finale non lo ha netto; ciò che confusamente intuisce, il Cavaliere, è che nella confusione lui si trova bene e che nei sistemi deboli vince il più ricco.

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