Le intercettazioni – Fiorani e Consorte

22 Dic 2005

Nel piano per la scalata di Unipol alla Bnl, era decisivo il rapporto privilegiato con Antonio Fazio, documentato anche da coloriti commenti telefonici sull’entusiasmo del governatore che superano perfino l’ormai famoso «bacio in fronte» di Gianpiero Fiorani: una copertura istituzionale che si inserisce, rafforzandolo, in un asse economico sotterraneo e riservato con i direttori dell’altro concerto, lo stesso banchiere di Lodi e il finanziere bresciano (già interdetto dai giudici) Emilio Gnutti. Giovanni Consorte, il manager che guida Unipol, parla apertamente di queste coperture, confermando a diversi interlocutori il loro peso determinante per la riuscita dell’operazione Bnl. A documentarlo sono intercettazioni finora sconosciute, ordinate dai magistrati di Milano sempre nelle indagini sulla tentata scalata della Bpi ad Antonveneta, per cui ora è indagato con Fiorani lo stesso Consorte. Sono queste telefonate, intercettate dal 4 al 28 luglio, a fornire ai pm di Roma la «notizia di reato» che li ha convinti a mettere sotto inchiesta Consorte anche per l’affare Bnl e a ricostruire i suoi incontri con il vertice di Bankitalia.Scambio di favori tra le due scalate Fiorani il 28 giugno scorso è nella fase finale dell’assalto ad Antonveneta, sta manovrando per far credere al mercato e alle autorità di controllo che la sua banca abbia la forza patrimoniale per sostenere l’operazione. Negli stessi giorni Consorte sta progettando la scalata alla Bnl e ha lo stesso problema: la banca romana è un boccone tre volte più grosso di Unipol, occorre trovare sponde finanziarie molto amiche.

Ed ecco cosa rivela Fiorani, alle 15.45 di quel giorno, a Tarlocco, un dirigente della direzione finanza della Bpi (ora decapitata dalle indagini): «Senti allora… stamattina ho avuto un incontro con Unipol… per questioni evidentemente che riguardano la loro partecipazione e la nostra partecipazione che avremmo in Bnl … Allora, come siamo arrivati oggi: 1.50 o siamo un po’ di più…». L’intercettazione evidenzia che con Unipol è stata concordata una strategia per la partecipazione della banca di Fiorani nel capitale Bnl. Dice ancora Fiorani: «Loro hanno un 2% adesso di Bnl… ma io poi domani sono giù in Banca d’Italia per definire tutti i passaggi … poi là io avevo chiesto a loro (Unipol, ndr) di aspettare dopodomani, perché domani sera siamo in comitato a deliberare tutto … pare che però ci sia un’accelerazione particolare e va avanti dal fatto che (quelli di) Montepaschi stanno facendo un po’ i bastardi… hanno messo in calcolo di prestare (collocare) sul mercato il loro 4,75%…». Questo significa che la banca senese, tradizionale alleata di Unipol e grande azionista di Bnl, si è defilata. «Quote incrociate per evitare l’Opa» Fiorani, sempre con Tarlocco, spiega che a fianco di Unipol nella scalata a Bnl ci sarà una cordata di banche popolari «…e quindi avremmo la sicurezza di poter evitare, di scongiurare l’Opa… ovviamente bisogna assecondarli». È significativo come Fiorani si preoccupi della riuscita del piano di Unipol, pur essendo nei giorni cruciali della sua scalata ad Antonveneta.

Ed è altrettanto significativo che l’operazione venga gestita ai massimi livelli. Infatti Fiorani dice a Tarlocco «di chiamare Consorte o Cimbri di Unipol lasciando questo messaggio: “Loro ti daranno l’input di poter comprare le azioni…”». Tarlocco spiega a Fiorani a quanto ammonterebbe l’investimento in Bnl («si sfiorano i 300 milioni») e l’ex numero uno di Bpi risponde mettendo a nudo la reciprocità, ovvero lo scambio di favori: «Bene, mentre loro (sono) al 3,5%, così diventa il 4,9 di Antonveneta… sostanzialmente quindi avremo due partecipazioni incrociate … questo è il messaggio … benissimo, perfetto… allora questo è l’impianto». Se Fiorani aiuta Consorte, insomma, Consorte aiuta Fiorani. E Gnutti? È esposto in entrambe le scalate al punto che, come annota la Guardia di Finanza intercettandolo con il numero due di Unipol Ivano Sacchetti (ma sul telefonino di Consorte), il finanziere bresciano dice («ridendo») «che deve abbandonare gli amici, perché tra loro e Gianpiero lo stanno rovinando e chiede almeno di lasciargli la casa». L’impegno sui due fronti (con Unipol per Bnl, con Fiorani per Antonveneta) è tanto gravoso che alla fine di luglio, dopo il sequestro delle azioni deciso dai giudici milanesi, i militari annotano una reazione allarmatissima del finanziare bresciano: «In sottofondo Gnutti dice che non sa le banche cosa faranno… “perché a questo punto sono già fallito…”». Le intercettazioni mettono in dubbio anche la convinzione del sindaco di Milano del centro-destra, Gabriele Albertini, che sia stata la sinistra, attraverso il presidente diessino della Provincia Filippo Penati, a far schierare l’imprenditore autostradale Marcellino Gavio con i «compagni» di Unipol per l’operazione Bnl.

Il 10 luglio alle 10.48, infatti, il primo a proporre quell’imprevisto alleato a Consorte è stato il commissario straordinario della Cirio: «Mario Resca — riassume la Guardia di Finanza — chiama Gianni Consorte e gli dice che c’è una persona interessata ad appoggiarlo e che questo è Marcellino Gabrio (in realtà Gavio, ndr) ». «Gianni Consorte dice che in questo momento ha bisogno che gli prenda lo 0,5 per cento di Bnl. Mario gli chiede se è disponibile sul mercato e Gianni dice che sa lui chi vende». Conclusione: Consorte e Resca concordano per lo stesso pomeriggio un incontro riservato «a casa di Mario», dove «Marcellino andrà a trovarlo insieme a Zaleschi», che molto probabilmente è il finanziere Roman Zaleski. Antonio Fazio «eccitato» Già le intercettazioni pubblicate in agosto sollevavano il dubbio che Consorte potesse aver strumentalizzato l’appoggio di Fazio per spingere il colosso giapponese Nomura a entrare nell’operazione Bnl, di cui in effetti la banca di Tokio ha acquisito il 5%. Il 12 luglio, infatti, il manager di Unipol descriveva così a Francesco Frasca (capo della vigilanza di Bankitalia, indagato per abuso a Roma) il ruolo di Fazio: «Consorte dice che dal Giappone hanno disco verde e che lui si è giocato il fatto che il Governatore vede molto bene il loro ingresso, un posto in consiglio… Consorte dice a Frasca che dopo 30 minuti lo hanno richiamato e gli hanno detto che va bene». Se fossero state parole isolate, si sarebbe potuto pensare a una boutade per far colpo su Frasca.

Ma in verità Consorte ha parlato personalmente di Bnl con Fazio e ne ha descritto a vari interlocutori una reazione entusiastica. Il 13 luglio, alle 23.15, Consorte parla con un’amica che «si meraviglia» e «si complimenta» dell’accordo con Nomura. Consorte risponde che «effettivamente non se l’aspettava nessuno» e «dice di essere stato dal Governatore e che quando gli ha parlato del partner giapponese, lui stava per farsi una pugnetta». Il giorno dopo, alle 9.01, Consorte riparla di Nomura anticipando a un manager delle cooperative il suo piano su Bnl: «Consorte – riassume la Gdf — dice che anche il Governatore è stato contento, da fare quasi degli atti sessuali. Consorte dice che l’unica cosa che il governatore ha chiesto è che almeno all’inizio espongano un presidente di immagine del mondo bancario». A suggerirne il nome, poco dopo, è Fiorani: «Paolillo». E Consorte gli risponde: «Va bene».

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