Danzando sull’orlo del vulcano

26 Mag 2005

Andiamo avanti così. Tanto gli elettori non hanno scelta. Ma sappiano, i leader del centrosinistra così presi dalle loro granitiche certezze che nessuno li capisce: l’unico messaggio che arriva al popolo dell’Ulivo (chissà se quando lo si cita gli si vuole anche bene oppure ormai lo si identifica con un fastidioso effetto indesiderato delle sciagure di questi anni) è che si ha voglia di ballare sull’orlo del vulcano
E’ vero che le responsabilità non sono le stesse per tutti i protagonisti del sangue versato ieri, ma a quelle, a ripartire in maniera giusta torti e ragioni, ci penserà la storia.
Noi intanto siamo qui, a denunciare ogni giorno una crisi devastante del sistema economico e istituzionale, sul punto di perdere anche la nostra Costituzione, sul punto di non poter più fermare il debito pubblico avviato a abissi noti solo ai tempi catastrofici della prima Repubblica, e invece di esser l’opposizione, a gridare per prima all’emergenza se la sente rinfacciare dai berlusconiani che ne sono la causa.
Qualcuno presenterà il conto. Saranno le masse dei giovani presto senza lavoro (appena finito il turno del contrattino che stanno facendo), saranno i magistrati colpiti nella loro autonomia dalla riforma che sta per essere approvata, saranno i cittadini ormai privi di una informazione degna di questo nome, saranno gli studenti o coloro che hanno bisogno di una sanità decente, sarà l’italiano medio che si trova con un paese smembrato territorialmente da federalismi insensati e da localismi partitici procacciatori di voti e clientele, sarà l’Italia tutta a chiedere se questo non fosse il tempo dell’unità piuttosto che della radicalità.
C’è chi sente il bisogno di una sorta di Comitato di Liberazione Nazionale.

Ma chi lo potrebbe mettere insieme mentre continua la danza sull’orlo del vulcano?

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