Allarme economia, ma il governo pensa al rimpastino

13 Apr 2005

“E’ paradossale, i conti pubblici sono messi malissimo, come dice l’Unione europea; l’economia è messa malissimo come dice Confindustria e ora anche l’Istat; i conti delle famiglie sono messi in modo assai grave come ci dice il voto e a questo allarme si risponde con due nuovi ministri”. E’ Luciano Violante, capogruppo dei Ds alla Camera, a fare il punto di una giornata politica frenetica. Da un lato le batoste all’economia del Paese, dall’altro la ridda di voci sul possibile rimpasto di governo.
Intanto, a destare nuovo allarme sono le stime del Fondo monetario internazionale. Secondo il rapporto di primavera dell”Fmi, a fine anno la crescita del Pil in Italia sarà solo dell”1,2% e salirà al 2% nel 2006. Una rilettura al ribasso delle stime del Paese rispetto a quelle dell”1,4%-2,7% del precedente Outlook di settembre. Rivista in senso deteriore anche la stima sul rapporto deficit/Pil, che secondo l”Fmi sfonderà il tetto del 3% nel 2005 portandosi al 3,5% e nel 2006 al 4,3%. Secondo il direttore per la ricerca del Fmi, Raghuram Rajan, la politica economica attuata finora dal governo non è efficace per la riduzione del deficit: “L”Italia ha bisogno di un consolidamento fiscale, che non sia basato su misure una tantum come è spesso successo fino ad adesso. Penso che l”obiettivo di ridurre il deficit debba essere conseguito in modo sostanziale… il che potrebbe tra l”altro aumentare la fiducia del mondo degli affari”. Revisione al ribasso nelle stime del Fmi anche per l”inflazione che scende per 2005 e 2006 all”1,8% rispetto alla precedente stima di 2% per quest”anno e 2,1% per l”anno prossimo.


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al 7,6% nel 2006, le precedenti stime prevedevano rispettivamente 8,3% e 8,2%. Nel rapporto di primavera il Fondo non dà indicazioni specifiche sull”Italia se non offrire un confronto con la Germania e la Francia sulla performance delle esportazioni. Dalla fotografia emerge la conferma della perdita di competitività dell”Italia rispetto ai due principali partner dell”eurozona. L”Italia ha registrato la più significativa perdita di quote di mercato negli ultimi anni, ha il costo del lavoro per unità di prodotto più alto ed ha anche la più bassa percentuale di esportazioni, in rapporto al totale delle export, nel comparto dell”high tech. La crescita prevista per l”Italia nell”anno in corso è inferiore a quella, già bassa, prevista per i Paesi dell”area euro, +1,6% (meno 0,6 punti percentuali rispetto alle stime fornite lo scorso settembre). Per il 2006 il Pil nell”area euro, secondo l”Fmi, dovrebbe crescere del 2,3%. I tecnici di Washington hanno invece migliorato di 0,1 punti percentuali le previsioni per gli Usa, che cresceranno sia quest”anno che il prossimo a un ritmo del 3,6% annuo. Quanto al dato globale, il Pil mondiale rallenterà nel 2005 rispetto al 5,1% dello scorso anno. Secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale, l”economia mondiale registrerà un progresso del 4,3% quest”anno, con Stati uniti e Cina (+3,6% e 8,5%) che traineranno la ripresa, compensando in parte il rallentamento di Europa e Giappone (+1,8%).

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